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Secondo ciclo, al via confronto Miur-sindacati il 13 gennaio

Prende il via giovedì 13 gennaio il confronto tra viale Trastevere e i sindacati sulla riforma della scuola secondaria superiore. Si tratta di un terreno a dir poco minato, poiché nel corso degli ultimi cinquant’anni diversi ministri dell’Istruzione si sono dovuti dimettere proprio a seguito dei tentativi naufragati sul rinnovo dell’organizzazione del secondo ciclo formativo.
L’incontro preliminare di domani si svolgerà al Ministero e servirà, secondo le intenzioni dei dirigenti del Miur, a far conoscere alle organizzazioni sindacali la bozza di decreto: il documento formulato da una commissione di esperti esterni e revisionata, in seconda battuta, da una "struttura ministeriale – si legge in una nota di viale Trastevere – che ha esaminato la realizzabilità delle proposte dal punto di vista strutturale e organizzativo".
Durante gli incontri, l’obiettivo del ministro Moratti sarà quello di valutare, prima con i sindacati e poi con le parti sociali, quali potranno essere i correttivi da apportare alla riforma: se tutto andrà come spera il ministro, lo schema di decreto legislativo, riveduto e corretto, verrà condotto entro ottobre in sede di Consiglio dei Ministri.
Sarà difficile, però, che ciò avvenga con il consenso dell’opposizione e dei sindacati; ed ammesso che ciò sia possibile, ad oggi rimangono ancora davvero tanti i nodi da affrontare e da sciogliere: il primo tra tutti è che la maggior parte degli attuali istituti, spinti dal timore di passare sotto l’egida delle Regioni, cercheranno di trasformarsi in licei moderni. Se la bozza di riforma proposta ai sindacati dovesse corrispondere a quella circolata nei giorni scorsi, l’operazione di "travaso" non sarebbe poi nemmeno così difficile: sono previsti, infatti, ben otto tipi di licei diversi, comprendente a loro volta venti indirizzi: sette di tipo tecnologico, quattro economico, tre artistico e, infine, due tipologie di coreutico e musicale. Sul fronte delle materie, invece, una delle novità più importanti sarà introdotta dalla presenza della filosofia e della seconda lingua comunitaria in tutti licei: tra le altre materie obbligatorie, a prescindere dall’indirizzo, dovrebbero esserci la conoscenza del mondo classico (o la letteratura italiana e latina), l’inglese, la storia, la matematica, l’informatica, fisica e chimica, biologia e scienze della terra, educazione fisica e religione (sempre se i ragazzi se ne vogliano avvalere). Tutti i licei verrebbero poi articolati in due bienni e i un anno conclusivo, con sbocco naturale all’Università. E’ prevista una nuova struttura anche per le ore di lezione, che diventeranno 30 a settimana per i licei privi di indirizzo e 33, sempre a settimana, per i tre licei con indirizzo: alcune ore saranno però opzionali. L’incremento, rispetto ad oggi, sarebbe garantito solo per il liceo classico, che attualmente si svolge su un orario di 27-29 ore settimanali. Tutte le altre scuole, invece, dovranno subire drastici ridimensionamenti quantitativi: gli istituti tecnici oggi, infatti, propongono un’offerta didattica non inferiore alle 36 ore settimanali, senza dimenticare i professionali che arrivano a 40 ore alla settimana.
La più grande novità introdotta dalla riforma sarà proprio lo stravolgimento organizzativo degli istituti tecnici e le scuole d’arte, assorbiti dai licei con l’avallo della Confindustria, e soprattutto degli istituti professionali: questi ultimi si articoleranno in percorsi di 3 o 4 anni, che daranno luogo, rispettivamente, al conseguimento di un certificato di qualifica e di un diploma professionale. Gli studenti che otterranno il diploma professionale potranno accedere all’istruzione tecnica superiore oppure, dopo un anno integrativo, all’Università. In base alla legge n. 53 ogni studente avrà comunque il diritto, sulla base dei crediti didattici accumulati, di cambiare indirizzo liceale, ma anche di passare dai licei ai professionali o viceversa.

Alessandro Giuliani

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