Arrivano dalla Commissione Istruzione e Cultura della Camera i primi segnali di insoddisfazione rispetto all’accordo in qualche modo raggiunto nei giorni scorsi fra Governo e Regioni sulla riforma del secondo ciclo.
Il Ministro, come si sa, aveva accolto gran parte delle richieste formulate dalle Regioni tra cui quella di trasferire le risorse necessarie all’avvio della riforma; in cambio le Regioni avevano accettato di esprimere comunque un parere in modo da evitare uno strappo istituzionale che avrebbe messo in serio pericolo tutto l’iter normativo.
Ma adesso l’accordo viene di fatto messo in discussione dalle stesse forze politiche della maggioranza che, a sentire Fabio Garagnani, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione parlamentare, sarebbero tutti d’accordo a far decollare il nuovo sistema di istruzione superiore già a partire dal settembre 2006.
Presentando in Commissione la bozza di decreto, Garagnani è stato chiaro: “L’approvazione definitiva del decreto ha senso solo se si garantirà che la riforma venga tempestivamente avviata, e trovi piena applicazione fin dal prossimo anno scolastico” aggiungendo anche che “il testo definitivo del provvedimento dovrà contenere sì le disposizioni concordate dal Ministero con le Regioni e le autonomie locali, ma dovrà garantire che la riforma possa prendere avvio nel 2006/2007”.
Nell’opposizione c’è già qualcuno che parla di slealtà e di tradimento degli accordi, ma in realtà questa presa di posizione di Forza Italia e delle altre componenti della maggioranza non rappresenta un fulmine a ciel sereno e, forse, le stesse Regioni vi erano in qualche modo preparate.
Negli incontri politici che avevano preceduto la Conferenza unificata del 15 settembre il Ministro aveva molto concesso alle Regioni contando su un parere favorevole che alla fine è mancato più per considerazioni di carattere politico che per una valutazione di merito.
“Se le Regioni voteranno contro – pare avesse detto il Ministro poche ore prima del voto della Conferenza – sarà il Parlamento a decidere sulla data di avvio della riforma”.
E adesso cosa accadrà?
Intanto la prossima settimana la Commissione della Camera lavorerà tutti i giorni ascoltando associazioni professionali, sindacati e rappresentanti degli studenti.
Per la settimana successiva è atteso il parere definitivo e per la metà di ottobre al massimo il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare il decreto.
Ma quale sarà la data di avvio della riforma?
Forse si arriverà ad un compromesso: si potrebbe partire a regime nel 2007/2008, ma nel 2006/2007 sarebbe consentito iniziare con la sperimentazione.
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