Nel blog di Domenico Pantaleo Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL su Huffingtonpost, appare un’interessante presa di posizione del leader della Flc Cgil contro le modalità del concorso a cattedra 2016 e contro la questione, ancora aperta, della chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.
In questo articolo Pantaleo scrive: “Il concorso a cattedre dovrebbe essere la normalità, come ogni accesso al lavoro pubblico, dal momento che il datore di lavoro è lo Stato, chiamato a rispettare e a far rispettare le regole della parità di accesso, della trasparenza, della lealtà. Tuttavia, curiosamente, proprio l’applicazione della legge 107 del 2015 di riforma della scuola rende il concorso pubblico, di fatto, un valore aggiunto, e non la norma, poiché attribuisce ai dirigenti scolastici un potere di chiamata diretta che suscita un palese conflitto costituzionale”.
Infatti il concorso a cattedra 2016, per come prevede la legge 107/2015, non fa accedere direttamente ad una cattedra di una data scuola, secondo graduatoria di merito, ma fa solo accedere in un ambito territoriale, da cui si potrà essere chiamati per la proposta di un incarico triennale da parte di un dirigente scolastico di una delle scuole che fanno riferimento all’ambito territoriale suddetto.
Tale meccanismo della chiamata diretta dei docenti da parte dei DS, a sentire le dichiarazioni del sottosegretario al Miur Davide Faraone, potrebbero trovare applicazione anche prima dell’entrata in ruolo dei docenti vincitori del concorso a cattedra, infatti potrebbe essere applicata con la prossima mobilità. Infatti la chiamata diretta è stata stralciata dall’ipotesi di contratto sulla mobilità ed è stata proposta una sequenza contrattuale ad hoc.
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Secondo Mimmo Pantaleo il bando del concorso a cattedra presenta numerose ombre interpretative e contraddizioni di carattere esplicativo. È dunque evidente, scrive il Segretario nazionale della Flc Cgil, che, dopo aver segnalato le luci e le ombre del prossimo concorso scuola, occorre al più presto dare soluzione alla questione del precariato storico. Una soluzione ponte, a esempio, che indichi specifiche politiche di reclutamento, al fine di superare le continue fasi emergenziali che hanno contraddistinto i piani di assunzione in questi anni.
Fra pochi giorni, con l’ordinanza sulla mobilità, si comprenderà se l’applicazione della legge 107/2015, sulla questione degli ambiti territoriali, della titolarità su scuola dei docenti che chiedono trasferimento e della chiamata diretta saranno derogate per come hanno chiesto i sindacati o se invece la legge farà impietosamente il suo corso. Intanto i sindacati preparano la loro offensiva contro alcuni punti della legge 107/2015 che appaiono in netto conflitto costituzionale.
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