Egr. Ministro Azzolina,
con la presente vorrei sottoporre le mie preoccupazioni riguardo lo svolgimento della prova scritta per il concorso straordinario che dovrò sostenere per aggregazione territoriale nella regione Sicilia, in particolare in un paese in provincia di Agrigento, Licata per l’esattezza. Tengo particolarmente a precisare che dovrò spostarmi da Roma, sede in cui lavoro e vivo, presso Licata in un momento in cui la situazione sanitaria è ancora preoccupante. Considerando gli attuali numeri giornalieri di contagi nei giorni lavorativi che, si aggirano sempre intorno al 15000 casi, mi domando come sia possibile aver fissato un nuovo calendario a metà febbraio?! La politica dovrebbe essere di supporto ai cittadini e invece per mera propaganda, siamo costretti a svolgere la prova in condizioni sanitarie difficili, poiché si è deciso che un concorso già partito con pessimi presupposti debba essere concluso con altrettanti pessimi presupposti. L’attuale governo (o quel che ne è rimasto) è nell’assoluta incertezza e il Ministero ci obbliga a spostarci fuori regione quando ancora oggi gli spostamenti tra regioni sono vietati. Tuttavia immagino che tra qualche giorno si deciderà che i colori cambieranno e tutto sarà risolto magicamente.
Chiedo per quale motivo non è possibile svolgere la prova concorsuale nella regione in cui ciascun docente vive e lavora, vista ancora l’attuale situazione in cui ci troviamo? Come del resto è stato anche richiesto in fase di istanza online al concorso lo scorso luglio.
Le prove si svolgeranno online e le correzioni da parte della commissione allo stresso modo, la sorveglianza è garantita in ogni sede di concorso alla stesso modo, quale necessità quindi ci obbliga a farci cambiare regione in piena emergenza sanitaria per svolgere una prova che potremmo svolgere in una delle sedi di concorso della nostra città?
Mi permetta inoltre un’osservazione, la scuola, come ben saprà, ha subito notevoli violenze e cambiamenti, in questo ultimo periodo in particolar modo, ma non sto qui a disquisire sulle scelte fatte “assoggettate a terzi”; mi domando tuttavia come sia stato possibile aver fissato le date delle prove in un periodo in cui in molte scuole in cui vige la suddivisione in 2 quadrimestri, si stanno ultimando gli scrutini o saranno da poco conclusi. Gli impegni scolastici ci obbligano a non poter dedicare il tempo necessario per avere una mente lucida pochi giorni prima della prova, tuttavia sono consapevole che queste considerazioni pratiche “da classe operaia” hanno poca importanza nelle stanze ministeriali.
Delusione e amarezza a parte di queste ultime righe, mi auguro vivamente che la scuola ritorni a essere la vera priorità.
Alessandro Polito
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