“L’uso distorto della memoria è una vergogna che dura da tempo. Dopo aver visto l’adorato viso di Anna Frank usato allo stadio non mi stupisco più. Non dico che sono insensibile, ma mi è venuta una sorta di scorza”: lo dice la senatrice a vita e testimone della Shoah Liliana Segre a ‘Pagine ebraiche’, riferendosi a quanto accadde nel 2017 allorché alcuni tifosi laziali innalzarono cartelli con l’adesivo che riproduceva l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma.
E poi ha aggiunto: i paragoni tra la persecuzione ebraica e le disposizioni sui vaccini sono “follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza: siccome spero di non essere né ignorante né di avere cattivo gusto, non riesco a prendermela più di tanto”.
La senatrice si riferisce alla manifestazione di Torino del 24 scorso dove l’urlo che ha raccolto i maggiori consensi è stato “Norimberga Norimberga” con evidente riferimento ai processi ai gerarchi dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Poi stelle di David con la scritta “non vaccinati = ebrei” e cartelli con le svastiche.
Per la senatrice a vita è insensato parlare di “dittatura sanitaria” e richiamare le leggi razziste. “Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?”.
Liliana Segre, per essersi vaccinata, è stata pure fatta oggetto di attacchi online: “Incredibile – dice ancora a Pagine Ebraiche – anche per quello mi hanno attaccata. Hanno detto che avevo delle azioni di Pfizer. Magari. Purtroppo non ne possiedo. Non mi stupiscono nemmeno queste bugie. Ricordiamoci di tutte le falsità sull’attacco alle Torri Gemelle, con alcuni che avevano accusato gli ebrei di esserne responsabili”.
Alla fine si è rivolta ai no vax: “Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo”.
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