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Sei idoneo ad insegnare? Fedeli: non bastano più laurea e concorso, devi essere anche equilibrato

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Gli ultimi casi di insegnanti aggressivi verso i loro alunni hanno fatto tornare alla ribalta l’idoneità all’insegnamento.

Del tema si è parlato in settimana al Miur, nel corso della conferenza di presentazione del prossimo anno scolastico. E la ministra dell’Istruzione è stata categorica, anche nel corso di un’intervista a ‘Qn’,

“Per l’idoneità all’insegnamento non può più servire più solo la laurea. Nella ‘Buona scuola’ c’è una delega sul nuovo reclutamento che stiamo implementando e che dà la certezza di avere insegnanti che siano idonei al lavoro che andranno a fare”. Docenti, anche, che “sappiano instaurare una sana relazione con la classe”.

La Fedeli si riferisce alla decreto legislativo n. 59 della L.107/15, approvato lo scorso maggio, sul nuovo sistema formativo e di reclutamento.

 

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A tal proposito, la responsabile del Miur ha ricordato che il percorso per arrivare alla cattedra sarà lungo: dopo aver vinto il concorso, l’aspirante docente sarà infatti atteso da un percorso triennale (più breve per i precari storici già abilitati) comprensivo di tirocinio.

Il percorso Fit prevede “una formazione iniziale, un tirocinio e un inserimento nella funzione di docente”.

È in quel contesto, di affiancamento ai docenti-esperti, che si valuterà l’eventuale incompatibilità del vincitore di concorso con la professione. Spetterà a loro – ai formatori, esperti di didattica e di rapporti con gli alunni – avere la forza, e forse anche il coraggio, di fermare l’aspirante docente inadeguato. Di dirgli: faccia un altro lavoro, per fare questo serve maggiore equilibrio nei rapporti con gli alunni, mi spiace ma l’insegnamento non fa per lei!

 

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