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Sei in condotta perché il padre si scorda di pagare i 20 euro previsti come punizione per un’occupazione, la madre: “Assurdo”

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Una brutta sorpresa per una studentessa nel momento in cui ha visionato la pagella di fine anno. Come riporta La Repubblica, la 18enne, iscritta al quarto anno in un liceo di Roma, ha avuto sei in condotta, in mezzo a voti alti come otto e nove, come punizione per aver partecipato ad un’occupazione.

L’amara scoperta

Un voto appena sufficiente per il comportamento, con la spiegazione accanto che l’ha lasciata di sasso: “Mancato assolvimento di quanto richiesto dal provvedimento disciplinare del consiglio d’istituto”.

Questo, per chi ha preso parte per la prima volta all’occupazione dello scorso autunno, aveva previsto — anziché 3 giorni di sospensione — un corso obbligatorio sulla Costituzione tenuto da un docente della scuola, la partecipazione, almeno per un giorno, agli incontri del progetto “Colori”, lanciato dal liceo sull’importanza dei beni comuni, e infine il versamento di 20 euro, “quale misura di riparazione del danno”, si legge sulla sentenza disciplinare.

Il fatto è che, a quanto pare, il padre della giovane avrebbe dimenticato di versare la somma prevista. “È assurdo che per il mancato pagamento di quella cifra mia figlia ne debba risentire così tanto”, tuona la madre della giovane, che preferisce rimanere anonima.

L’alunna ha partecipato al corso previsto?

Ora la famiglia potrebbe richiedere un incontro con la presidenza, per confrontarsi e chiarire la posizione della studentessa: alla famiglia risulta che la 18enne abbia regolarmente partecipato al corso sulla Costituzione e al progetto “Colori”, ma alla scuola no. Un dubbio che il liceo scioglierà tirando fuori i fogli delle presenze. In caso di errore la pagella potrebbe invece essere riaperta.

La linea dura di Valditara

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, lo scorso febbraio, ha inviato una circolare alle scuole in merito alle occupazioni degli studenti, firmata dal capo dipartimento, Carmela Palumbo. Eccone il contenuto:

“L’occupazione espone gli studenti a possibili reati, anche legati al danneggiamento di beni pubblici”, che le scuole “sono tenute a denunciare”. Per gli studenti anzitutto “occorre valutare l’applicazione delle misure disciplinari previste dal Regolamento di ciascun istituto”. Ed è anche necessario “stimare la portata dei danni degli eventuali atti vandalici, considerando che troppo spesso se ne fa carico l’intera collettività e non gli autori”. Per questo, scrive il Mim, “dovranno essere poste a carico degli studenti responsabili le spese per le pulizie straordinarie e per il ripristino di arredi, pc e ogni altra attrezzatura di proprietà della scuola”.

“Anche in quest’anno scolastico – si legge ancora nella circolare – alcune scuole sono state teatro di occupazione da parte di gruppi di studenti che hanno impedito il regolare svolgimento delle lezioni, per periodi considerevoli, ledendo il diritto costituzionale allo studio della maggior parte degli studenti non aderenti alle occupazioni e causando, in molti casi, danni consistenti agli arredi sia fissi che mobili, alle dotazioni laboratoriali e alle strutture”.

“Molti dirigenti scolastici – si aggiunge – hanno messo in atto, sin dall’inizio, tutte le possibili strategie per far fronte a queste situazioni, mostrando la disponibilità al dialogo e all’ascolto e proponendo alternative quali l’assemblea o la co-gestione. Non sempre, tuttavia, si è raggiunto il risultato sperato, a volte anche a causa della presenza durante le occupazioni di soggetti esterni alle scuole”, prosegue Palumbo.