Sul Green Pass per entrare scuola l’accordo nella maggioranza non c’è: se il M5s si sta convincendo, con l’ex premier Giuseppe Conte che manda segnali di apertura, anche se la sottosegretaria Barbara Floridia dice che non è la priorità, la Lega non ne vuole sapere. E siccome l’anno scolastico non inizierà breve, nell’esecutivo di Mario Draghi c’è ora intenzione di avvicinare le parti, attraverso la costituzione di una apposita cabina di regia. Ecco perché il dossier del Green Pass sulla scuola si svolgerà non prima della settimana prossima.
Anche i presidi sembrano d’accordo, anche se non per l’obbligo. “Aderiamo alla richiesta del Cts, ovvero di perseguire l’obiettivo del 60% degli studenti tra i 12 e i 19 anni vaccinati. Poi parlare di obbligo per i minori è chiaro che è inopportuno”, ha detto Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.
“Abbiamo circa 4 milioni di ragazzi in quella fascia d’età – ha aggiunto – e il 60% è 2,4 milioni e se ci limitiamo solo alle scuole superiori, che presentano i maggiori problemi di distanziamento, scendiamo a 2 milioni”.
Anche se l’ultima parola spetterà ai virologi e al Cts, poi nello specifico alle singole Aziende sanitarie locali, l’impressione è che il concetto che sta prendendo piede è che se in una classe non si forma un cluster, ma c’è un contagio limitato ad un alunno, allora per gli altri allievi non scatterebbe la quarantena. E nemmeno per i docenti. A patto, però, che siano vaccinati.
Si tratterebbe di una differenza non da poco rispetto agli ultimi due anni scolastici.
“Andiamo avanti premiando chi si immunizza: ad esempio nelle scuole niente quarantena per i ragazzi che si sono vaccinati”, ha detto il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone a Morning News su Canale 5.
“Dobbiamo spiegare ai cittadini che l’obiettivo dell’immunità di gregge è combattere il virus che si va rinforzando. Dobbiamo vaccinarci tutti anche per mettere al sicuro chi non può per ragioni mediche, se non riusciamo a immunizzare la gran parte della popolazione rischiamo di rinchiuderci in autunno”, ha concluso il renziano.
L’esempio della Francia potrebbe fare da traino: da settembre, nel caso ci sia un positivo a scuola o un contatto di positivo, solo i liceali e gli alunni delle medie non vaccinati dovranno restare a casa e seguire le lezioni a distanza. Gli immunizzati potranno invece restare in classe.
La misura, scrive l’Ansa, è stata annunciata a radio France Info dal ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, che ha precisato che la norma non riguarda le materne e le elementari, che dovranno quindi chiudere per sette giorni al primo caso di Covid, come avveniva nell’anno scolastico 2020-2021.
Sophie Vénétitay, segretaria generale del Snes-Fsu, primo sindacato della scuola secondaria transalpina, ha però sollevatp con l’Afp il tema del numero di alunni effettivamente vaccinati, dato che per fascia d’età i giovanissimi sono ancora i meno immunizzati. E soprattutto, si chiede, “come si fa per gli alunni di prima media che hanno meno di 12 anni” e quindi ancora fuori dai piani vaccinali? Per ovviare al primo problema, il governo ha deciso di aprire altri “6.000-7.000 centri vaccinali” dispiegati proprio vicino agli istituti scolastici, ha annunciato ancora Blanquer.
In Francia, comunque, per il momento non vi sarà alcun ricorso alla vaccinazione obbligatoria per gli insegnanti: “A questo punto, non ci sembra indispensabile. La percentuale dei professori vaccinati è molto ampia, credo che abbia superato l’80%. L’obbligo vaccinale – ha sottolineato – è solo l’ultima risorsa”.
In Italia, invece, siamo oltre all’85% di docenti e Ata vaccinati, con il ministro Patrizio Bianchi che esprime soddisfazione, e si continua ad insistere sulla vaccinazione.
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