Selima Giuliano, figlia di Boris Giuliano, il Capo della Squadra mobile di Palermo ucciso da Cosa nostra il 21 luglio del 1979, dopo il provvedimento della Corte di Cassazione che potrebbe aprire le porte del carcere al boss Totò Riina, si sfoga su Adskronos: “Io ho sempre detto ai bambini e ai ragazzi che incontro nelle scuole che non provo nessuna forma di vendetta o odio verso assassini come Bagarella o Riina, ma che credo profondamente nella giustizia terrena, unica e irreversibile. Da oggi sarà molto difficile spiegare che quella giustizia è la stessa che ritiene opportuno dare una morte degna ad uno dei più spietati assassini di Cosa Nostra”.
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Per l’omicidio, nel 1995, vennero condannati all’ergastolo proprio il capomafia di Corleone Riina, ma anche Bernardo Provenzano, Michele Greco, Francesco Madonia, Giuseppe Calò, Bernardo Brusca, Nenè Geraci e Francesco Spadaro, come mandanti del delitto. Mentre Leoluca Bagarella venne pure condannato alla stessa pena come esecutore materiale dell’omicidio.
Selima Giuliano, oggi quarantenne e madre di tre figli, non ama parlare in pubblico né partecipa spesso alle commemorazioni. Ma preferisce andare a parlare con i bambini, con gli studenti nelle scuole. “E’ in queste situazioni che vorrei l’indignazione del popolo siciliano. Vorrei vedere scendere in piazza quelli del 23 maggio e del 19 luglio in silenzio 363 giorni l’anno…”, dice ora Selima Giuliano, dopo la decisione della Corte di Cassazione che ha sollevato molte polemiche.
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