In meno di 15 anni l’intelligenza artificiale cambierà molti aspetti della nostra vita.
Lo indica il rapporto dell’università di Stanford, ripreso dall’agenzia Ansa, che traccia uno scenario per il 2030 basato sulle previsioni fatte dai massimi esperti mondiali del settore.
In realtà una prima ondata di tecnologie che sfruttano l’intelligenza artificiale è già entrata da qualche tempo nelle nostre vite come ad esempio gli ‘assistenti’ vocali negli smartphone (vedi Siri e Spotify)o i sistemi che riconoscono i volti sui social network, ma è solo l’inizio di un percorso evolutivo di applicazioni che avrà forte impatti sulle nostre abitudini quotidiane.
Secondo gli esperti di Stanford sono in arrivo altre applicazioni concrete in gradi di cambiare le nostre vite come ad esempio i semafori intelligenti in grado di gestire il traffico in maniera dinamica grazie alla capacità di scambiarsi informazioni on line, migliorando cosi la qualità della vita delle persone.
Robot che affiancheranno gli insegnanti nelle scuole capaci di rispondere a tutte le domande degli studenti: già oggi l’Istituto di Tecnologia della Georgia usa programmi per rispondere in modo automatizzato a tutte le richieste che arrivano online, e praticamente nessuno ha notato finora che a ‘sedersi’ dall’altro lato dello schermo non sono umani ma software intelligenti
Sistemi in dotazione alla polizia capaci di analizzare una molteplicità di dati tra sospetti e criminali ricostruendo cosi reti di organizzazioni criminali nelle zone calde delle città.
Anche le nostre case diventeranno “intelligenti “con frigoriferi in grado di ordinare la spesa on line e sensori capaci di leggere i prodotti presenti e quelli che vanno ordinati, cosi come le nostre automobili in grado di avvertire la frenata brusca del veicolo davanti a noi , di segnalare anomalie di funzionamento o il traffico in tempo reale.
Soluzioni definiti in “gergo tecnico” M2M (machine to machine) , cioè SIM che inserite in particolari dispositivi sono in grado di trasmettere rapidamente dati e informazioni verso altri dispositivi, insieme a sensori in grado di raccogliere e fornire informazioni in qualsiasi ambiente (possono essere inseriti nella vernice delle pareti di un supermercato ad esempio).
Tutto questo, legato ad applicazioni in grado di leggere ed interpretare i tanti dati che vengono raccolti e di individuare e suggerire la soluzione o l’azione da fare, consentirà certamente di sviluppare applicazioni in grado di facilitare e aiutare l’uomo nei prossimi anni.
Ovviamente, con la speranza che l’intelligenza artificiale non sostituisca l’intelligenza umana ma funga solo da facilitatore.
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