Sempre grave la situazione finanziaria delle scuole
Seppure con molte cautele, anche Flc-Cgil incomincia a sostenere che quella del “capitolone” è una soluzione inadeguata ai problemi finanziari e contabili delle scuole. Il termine “capitolone” venne “inventato” un paio di anni fa dal ministro Giuseppe Fioroni e dal viceministro Mariangela Bastico per tentare una gestione diverse delle risorse economiche che l’Amministrazione centrale eroga alle istituzioni scolastiche. L’idea, di per sé, non era sbagliata: accreditare le risorse attraverso un unico finanziamento che le scuole avrebbero potuto utilizzare per qualsivoglia esigenza (dalle spese per le supplenze, ai compensi accessori per il personale, fino alle spese di funzionamento amministrativo e didattico).
Non appena il nuovo meccanismo entrò in vigore, Fioroni e Bastico annunciarono che i finanziamenti alle scuole sarebbero passati da qualche centinaio di milioni alla ragguardevole somma di 3miliardi di euro: peccato che i tre miliardi erano in realtà gli stessi che in precedenza venivano erogati su capitoli diversi !
“L’autonomia di allocazione dei fondi (il “capitolone”) – sostiene Flc-Cgil – ha reso più complicato redigere e gestire il Programma annuale perché occorre tener presente che da un unico finanziamento si coprono più spese, che i fondi sono erogati annualmente a ratei, e vanno a cavallo di due anni scolastici”.
“L’esperienza di questi anni – aggiunge ancora Flc – ha mostrato che le istituzioni scolastiche hanno assoluta necessità di avere specifiche indicazioni che ‘nominino’ alcune risorse che, altrimenti, per via del sistema delle tranche di finanziamento nel corso dell’anno rischiano di far risultare alcune voci come non finanziate”.
Ma il problema non è solo quello delle modalità di accreditamento: è la quantità delle risorse ad essere ormai del tutto inadeguata e insufficiente.
Nella maggior parte delle scuole, per esempio, i fondi che il Ministero assegna per la copertura delle supplenze sono ampiamente sottostimati e in non pochi casi i debiti delle scuole su questa voce sono cifre a 5 zeri.
Il Ministero dell’Economia, per parte, “rinfaccia” alle scuole di chiudere l’esercizio finanziario con soldi non spesi: ma molto spesso questi avanzi derivano da finanziamenti non statali o addirittura da contributi delle famiglie versati negli ultimi mesi dell’anno solare e che devono però bastare anche per la seconda parte dell’anno scolastico.
Senza contare, segnala Flc, che è ormai invalsa la prassi, da parte di molti Uffici regionali e provinciali di erogare i finanziamenti alle singole istituzioni scolastiche passando attraverso “scuole-polo” sui cui conti transitano spesso centinaia di migliaia di euro.
Questa prassi determina una situazione paradossale “il 10% dei bilanci delle scuole è drogato – sostiene Flc – e così il MEF, dando uno sguardo d’insieme alla disponibilità delle casse scolastiche, percepisce una situazione di floridità finanziaria e si rende indisponibile a qualunque negoziazione con il Miur a favore delle scuole”.