E nel rapporto si fa subito riferimento alla spesa che lo Stato Italiano ha destinato alla cultura: 1.595 milioni di euro e alla tutela del patrimonio: 87 milioni di euro, ovvero lo 0,19 della spesa pubblica. Risorse che negli ultimi dieci anni si sono ridotte del 27%.
In più, viene specificato, siamo all’ultimo posto in Europa in termini di partecipazione culturale: nel 2013 solo il 30% degli italiani ha visitato un museo (rispetto al 52% degli inglesi, il 44% dei tedeschi e il 39% dei francesi) e quasi 6 su 10 non hanno letto neanche un libro.
Abbandonate quindi, o non considerate, le politiche che puntino su educazione e formazione, che sappiano migliorare il sistema dell’offerta con attività sempre più di qualità, che pensino anche a incentivi fiscali, come la detrazione delle spese culturali che le famiglie sostengono.
Stefania Giannini, presente all’incontro, ha lanciato l’idea di uno “school-bonus: “è uno degli spunti a cui stiamo lavorando nel provvedimento sull’istruzione”.
Giannini ha inoltre ribadito la volontà del Governo di favorire un riaccostamento alla cultura, attraverso un’adeguata istruzione da parte della scuola che riporti a livello strutturale in tutti i corsi le materie umanistiche e artistiche e in particolare arte, filosofia e musica.
Appare urgente, secondo la ministra, ripensare al modello organizzativo riguardo le discipline culturali per favorire il lavoro dei giovani attraverso iniziative con gallerie e siti archeologici, come Pompei, che consentano di mettere in pratica le conoscenze teoriche acquisite nelle Accademie o nell’Università.
”E’ inaccettabile”, ha sottolineato, “la disoccupazione nel settore , l’azione del governo deve impegnarsi per l’alternanza scuola-lavoro come avviene per chi frequenta gli istituti tecnici.” In particolare la ministra ha fatto riferimento alla introduzione di una sorta di ‘School Bonus’ che consenta la detrazione fiscale anche in investimenti sul patrimonio intangibile come ad esempio la formazione.
Relativamente alla disaffezione per la lettura la ministra ha rilevato che il problema è connesso alla necessità di mettere al centro della politica del Paese le politiche educative e la scuola.
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