Sembra proprio che l’ascesa di violenze degli studenti verso i docenti non abbia più limiti. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad accaduti alcuni episodi che, seppure fortunatamente isolati, abbiamo l’impressione che rappresentino una pericolosa tendenza sino ad oggi poco dibattuta. Eppure in alcune realtà scolastiche sta assumendo una dimensione sempre più rilevante pregiudicando i rapporti e l’andamento didattico: spesso, infatti, gli addetti ai lavori (dirigenti scolastici, docenti, personale Ata, compagni di classe e rispettivi genitori) sono costretti a subire le prepotenze. Tanto è vero che quando accade il contrario, quando si cerca di ristabilire la legalità, ecco cosa può accadere.
Ad Osimo uno studente sedicenne originario del Togo particolarmente indisciplinato quando si è visto comminare una nota disciplinare, con conseguente sospensione, ha pensato bene di minacciare di morte l’insegnante di educazione fisica autore del provvedimento nei suoi confronti (assieme peraltro ad altri compagni). La reazione dello studente di origini non italiane è stata così veemente che l’insegnante dopo l’aggressione ha avuto un malore ed è stata portata al pronto soccorso. La prof sta valutando se procedere alla denuncia, ma intanto le indagini sono state avviate.
Non ha avuto conseguenze sulla persona, ma sulla sua automobile, invece la vicenda scolastica che ha visto protagonisti due studenti 15enni di Portici e di Napoli: stavolta ad essere bersagliato dalla reazione è stato una assistente di laboratorio di un istituto tecnico campano. La sua “colpa” è stata quella di aver redarguito la coppia di studenti durante una lezione nel laboratorio di informatica. I due, hanno pensato bene di vendicarsi prendendo a sassate l’auto della 45enne, provocando danni al parabrezza e alla carrozzeria. I carabinieri hanno avviato le indagini, li hanno identificati e denunciati per danneggiamento aggravato in concorso.
Non poteva mancare, in questa triste escalation di episodi, concentrati in pochi giorni, la storia di qualche famiglia particolarmente avvezza nell’affiancare i figli nella disputa contro i prof che “si permettono di ritenere sbagliato il loro comportamento”: in un istituto alberghiero di Cingoli, in provincia di Macerata, la madre di uno studente ha picchiato la vicepreside dell’istituto dove il ragazzo studiava, afferrandola per il collo e facendole sbattere la testa più volte contro il pavimento. L’artefice dell’episodio si è infuriata contro la docente perchè questa aveva chiamato i carabinieri per fare uscire il figlio dal bagno, dove si era chiuso dopo aver preso una nota disciplinare. La donna si è rivoltata anche contro i carabinieri che erano intervenuti. A quel punto è stata arrestata per lesioni personali gravi, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’avvocato della signora arrestata ha spiegato che “il tutto sarebbe stato scatenato dal rifiuto della docente di spiegare il motivo della nota data al ragazzo“. Una ragione, evidentemente, ritenuta dal genitore più che valida per passare dalle mancate ragioni al… darle di santa ragione.