Ha appena compiuto dieci anni Legge Sirchia contro il fumo. E si sentono tutti. Entrata in vigore il 10 gennaio del 2005, ha ridotto sensibilmente il numero di fumatori, ma poi, gradualmente, i suoi effetti sono esauriti. Oggi ogni anno in Italia si fumano 50 miliardi di sigarette e preoccupa un dato: tra le donne il fenomeno è tornato ad essere in crescita.
Dicevamo della Legge Sirchia, che oltre ad imporre una “stretta” sui divieti aprì le porte alle scritte dissuadenti sui pacchetti. I dati ci dicono che però quelle norme hanno fatto il loro tempo. Ne servirebbero ben altre più dure.
Oggi, secondo le cifre del rapporto curato da Istituto Superiore di Sanità e Istituto ‘Mario Negri’ di Milano, i fumatori in Italia sono 11,3 milioni, pari al 22% della popolazione: 6,2 milioni di uomini (il 25,4%) e 5,1 milioni di donne (18,9%). Gli ex fumatori sono 6,6 milioni (il 12,8%), dei quali 4,6 milioni sono uomini e 2 milioni sono donne. Per la prima volta dal 2009 si osserva un aumento della prevalenza di fumatrici, che passano dal 15,3% del 2013 al 18,9% del 2014. Viceversa si osserva un lieve, ma costante, decremento della prevalenza di fumatori, che passano dal 26,2% al 25,4%.
”Gli effetti positivi della legge si vedono nel numero di infarti acuti, calati nei 3-5 anni successivi – ha detto all’Ansa Giacomo Mangiaracina, presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione e uno dei partecipanti all’iniziativa ‘celebrativa’ svolta il 9 gennaio a Roma, a cui ha partecipato anche l’ex ministro Sirchia -. Ora però bisogna insistere sulla prevenzione, perchè la legge da sola non basta, come dimostrano le cifre. Per aggredire lo ‘zoccolo duro’ servono interventi come quelli previsti dal manifesto ‘Endgame Tobacco’ dell’Oms, che mira a eradicare il tabagismo entro il 2035, e vanno dall’aumento del prezzo a campagne nelle scuole. Attualmente stiamo lavorando anche a quantificare il danno ambientale causato dalle sigarette, un argomento che specie sui giovani fa più presa di quelli legati alla salute”.
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Molto realista è Silvio Garattini, direttore dell’istituto ‘Mario Negri’: ”la legge Sirchia andrebbe completata con almeno due innovazioni: da una parte i divieti andrebbero aumentati ed estesi, ad esempio, agli stadi, ai parchi pubblici o ai ristoranti all’aperto, per limitare l’esposizione al fumo passivo; dall’altra bisognerebbe aumentare il prezzo perchè è dimostrato che questo diminuisce i fumatori, magari investendo una parte dei guadagni nella ricerca sulle malattie causate dalle sigarette”.
Un difetto della legge, rileva Garattini, è che ha fatto terminare le campagne pubbliche contro il fumo. ”Si è pensato che la legge fosse sufficiente – spiega – e quindi da dieci anni non si vede più una campagna, mentre serve anche la sensibilizzazione”.
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