Sono molti i giovani che sfidano la morte attraversando i binari, sentendo musica attraverso le cuffie così forte da non avvertire un annuncio sonoro, o con lo sguardo catalizzato dallo smartphone per leggere l’ultimo whatsapp o peggio ancora per effettuare un selfie da brivido all’arrivo del treno. Imprudenze che, come si legge costantemente nella cronaca dei giornali, si pagano anche con la vita: nel corso del 2015 sono state 28 le giovani vittime, dieci in più rispetto all’anno prima.
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Tra le ‘sventatezze’ compiute in stazione, la circostanza più fatale è proprio l’attraversamento dei binari. “Il rischio è massimo in questo caso, gli incidenti sono aumentati del 33% in un anno”, ricorda la Polizia di Stato, che all’AdnKronos disegna la mappa dei pericoli lungo le rotaie.
“La categoria più colpita sono i ragazzi tra i 20 e i 29 anni. Per questa fascia d’età abbiamo riscontrato che c’è stato un aumento del 56% degli incidenti legati ad imprudenze sui binari”, precisando che “si registra invece una flessione degli incidenti se rapportata alla categoria under 20”.
Diversi “i comportanti impropri” che risultano pericolosi e di cui purtroppo i giovani spesso non tengono conto fino a “forme di isolamento con apparecchi acustici che si rivelano assai rischiose in stazione”: stare seduti sul ciglio della banchina con le gambe ciondolanti sulla massicciata; oppure in piedi oltre la linea gialla (“non bisogna sottovalutare lo spostamento d’aria”); entrare in zone interdette della sede ferroviaria esponendosi a rischi seri, come è accaduto di recente a due writer (e uno ci ha lasciato la pelle); oltrepassare i binari quando sono abbassate le sbarre del passaggio a livello. Riguardo a quest’ultimo caso “la mortalità è raddoppiata: nel 2015 ci sono stati 30 incidenti e 12 morti”. Che vanno a sommarsi ai 45 che hanno perso la vita per investimento accidentale.
In questo contesto è naturale che la prevenzione per ridurre gli eventi incidentali sia rivolta soprattutto ai giovani, insieme a genitori ed insegnanti. “La campagna ‘train… to be cool’ – spiega la Polizia,- in collaborazione con il Miur, ha raggiunto finora 45.000 ragazzi nelle scuole di tutta Italia, specie quelle che sono vicine a sede ferroviaria o che sono frequentate da studenti pendolari, e mira a far sì che i ragazzi si allenino (come indica il termine ‘train’ con la sua doppia accezione) ad essere ‘cool’, ad assumere comportamenti consapevoli: in sostanza imparare le regole non è da sfigati ma ti salva la vita”. Incontri mirati, con test finali per un feedback costruttivo.
Altri 20.000 ragazzi sono stati raggiunti direttamente sui campi di gioco del rugby, pallavolo e basket.