Attualità

Sempre più Industria 4.0 negli ITIS: le aziende alla ricerca di tecnici specializzati

L’80 dei diplomati negli Istituti Tecnici Superiori lavora dopo un anno dalla conclusione degli studi, mentre addirittura il 90% ha trovato un lavoro coerente con il percorso di studi.

Questa è l’immagine positiva che emerge dall’annuale monitoraggio Indire (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa) sugli Istituti Tecnici superiori, segmento post diploma professionalizzante nati nel 2010 . Si tratta di scuole di alta tecnologia legate al sistema produttivo che preparano i quadri intermedi specializzati che nelle aziende possono governare le soluzioni di Industria 4.0

Sono di fatto organizzazioni snelle nate per rispondere a esigenze specifiche del mercato del lavoro, riescono a svolgere quindi anche  il ruolo di innovatori e sperimentatori di nuove tecnologie.

Attualmente sono 103 gli ITS presenti sul territorio nazionale su 6 aree tecnologiche considerate “strategiche” per lo sviluppo economico e la competitività del Paese (D.P.C.M. 25 gennaio 2008):

  • Efficienza energetica
  • Mobilità sostenibile
  • Nuove tecnologie della vita
  • Nuove tecnologie per il made in Italy (Servizi alle imprese, Sistema agro-alimentare, Sistema casa, Sistema meccanica, Sistema moda)
  • Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
  • Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo

Dai dati della rilevazione di Indire emerge un quadro decisamente positivo, nonostante i pochi iscritti, infatti sono in aumento sia i corsi erogati sia il livello qualitativo della formazione secondo le metodologie didattiche, gli strumenti ed i laboratori utilizzati.

Altri dati che meritano una riflessione sono quelli relativi al target degli iscritti: quasi il 45% ha un’età compresa tra i 20 e i 24 anni, in maggioranza sono maschi e provengono da Istituti tecnici per oltre il 62% ma dato interessante oltre il 21% dai Licei. Questo dato smaschera la convinzione diffusa che chi prende il Liceo poi si iscrive sempre all’università.

Le aziende coinvolte nelle attività di stage sono oltre 2400 con netta prevalenza di quelle medio-piccole (il 40% ha un numero di dipendenti inferiore a 9).

Fondamentale il ruolo assoluto degli ITS rispetto al piano Industria 4.0 , infatti le nuove tecnologie sono utilizzate in molti dei percorsi delle attività didattiche che hanno durata biennale o triennale previste in questi Istituti, secondo un modello organizzativo flessibile che tiene conto delle mutuabili richieste delle aziende e quindi del marcato del lavoro. I docenti stessi provengono nella maggior parte dei casi dalle aziende stesse che partecipano ai progetti mentre le ore di laboratorio e di pratica si svolgono direttamente dentro le Imprese che collaborano.

I percorsi si concludono con delle verifiche finali, condotte da commissioni d’esame costituite sia dai rappresentanti della scuola, che dell’università, della formazione professionale ed esperti del mondo del lavoro.

Dopo quasi dieci anni dall’avvio di queste scuole, i dati fanno emergere risultati di qualità indiscutibili, d’altro canto parliamo però di indirizzi post diploma che in pochi ancora conoscono sia da parte dei giovani che nelle famiglie. Inoltre altra fragilità del sistema è la mancanza di fondi per investimenti, che comporta la totale necessità di appoggiarsi su strutture esistenti.

Se da un lato quindi come ha recentemente dichiarato il Ministro Bussetti, (vedi articolo recentemente pubblicato dalla Tecnica della Scuola. 

Gli ITS sono una scelta vincente per formare i tecnici specializzati richieste dal mercato del lavoro, mossa vincente sia per ridare slancio all’economia sia per ridurre la percentuale sempre troppo alta dei disoccupati”. Va fatta però da parte del Ministero una bonifica su quelle fondazioni che da anni non producono corsi cosi da ottimizzare al meglio il 30% dei finanziamenti statali aumentati dal Miur , consentendo una sempre più ampia offerta formativa.

L’auspicio è quello di riuscire ad aumentare il numero degli iscritti, dalle poche migliaia attuali a numeri in linea con gli altri stati Europei e crescere la cultura delle famiglie che questa può essere una valida alternativa all’università per entrare dalla porta principale nel mondo del lavoro.

Gli ITS permettono infatti di acquisire un Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework). Per favorire la circolazione in ambito nazionale ed europeo, il titolo è corredato dall’EUROPASS diploma supplement.

Dino Galuppi

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