Sempre più teenager vorrebbero l’educazione sessuale in classe
Cresce il numero di aborti e di malattie sessualmente trasmissibili tra le teenager, ma l’educazione sessuale in classe rimane una chimera. E ciò malgrado siano sempre più studenti chiederla: a confermare queste tendenze è stato, il 16 marzo, il sito internet Studenti.it, che alla luce dei risultati di un sondaggio nazionale si è fatto portavoce delle giovani studentesse sottolineando che l’83% degli intervistati vorrebbe l’educazione sessuale a scuola: “è emerso – ha scritto la redazione del sito studentesco – che il 55% dei partecipanti è favorevole ad una educazione sessuale a scuola perchè tra i giovani c’è molta disinformazione mentre per un 28% sarebbe utile parlare di sesso in classe perchè farlo in famiglia è imbarazzante. Solo l’11% ritiene che i giovani sappiano già tutto e che l’educazione sessuale a scuola non servirebbe a nulla mentre il 5% non si è pronunciato sulla questione”. Alla luce di questi risultati inequivocabile “gli studenti chiedono a gran voce che si parli di sesso anche a scuola perchè – come scrive Yad – ‘la sessualità è un aspetto della persona che non dovrebbe fare tanto scalpore. Non è un argomento scabroso, quindi basta con certi moralismi’”.
Dal sito si sottolinea anche che a farsi portavoce di questa esigenza è stata la Sigo,
Società italiana ginecologia e ostetricia, che ha lanciato il primo kit per l’educazione sessuale nelle scuole. Eppure le prime esperienze sessuali sono sempre più precoci, gli aborti fra le minorenni sono più che raddoppiati nelle under-14 passando dallo 0,5% del 1995 all’1,2% del 2005 e sono in aumento anche le malattie sessualmente trasmissibili come la clamydia che negli ultimi 10 anni è cresciuta di 6-10 volte a seconda delle regioni.
“Sull’educazione sessuale però – sottolinea Studenti.it – il Ministero non si pronuncia, e forse per questo la scorsa settimana al Liceo Keplero di Roma è stato installato un distributore automatico di preservativi in cui poterli acquistare a prezzi più bassi che altrove. L’iniziativa è stata ovviamente accolta con entusiasmo dagli studenti della scuola, dalle associazioni studentesche e dal circolo Mario Mieli”. In disaccordo, invece, il Vaticano che ha parlato di “banalizzazione della sessualità”. Perché allora non parlarne facendo affrontare gli argomenti a docenti preparati e in un luogo appropriato come le aule scolastiche?