Dopo il nostro rammemorare, alla senatrice Francesca Puglisi (Responsabile nazionale Scuola del PD), delle sue dichiarazioni in merito alla “chiamata diretta”, di cui nel 2012 era accanita oppositrice, la senatrice con un tweet viene a rassicurarci. Afferma che tra “la chiamata diretta” Aprea e quella del DdL Renzi c’è una bella differenza: nella seconda, i docenti selezionati con “chiamata diretta” da parte dei dirigenti sono già immessi in ruolo. Nella prima era ben altra cosa. Possiamo stare tranquilli.
Dai numeri forniti direttamente dalla ministra Giannini, ne saranno messi in ruolo 100.701. Colpisce quell’unità che dovrebbe rassicurare sull’estrema precisione nel calcolo dei posti disponibili.
A nostro parere, ritorna la mendace propaganda che strumentalizza sogni e aspettative dei lavoratori, da decenni a servizio delle istituzioni pubbliche, per mascherare ben altre intenzioni.
Ci dispiace che sia proprio la senatrice Puglisi, da sempre vicina ai precari della scuola, a promuoverle, sicuramente non immemore di quanto previsto, di sua mano, per la scuola pubblica (su merito, reclutamento, assunzioni) nel programma elettorale scuola delle elezioni 2013.
Elezioni vinte dal “vecchio” PD e dalla “vecchia” Puglisi. Rispetto all’attuale DDL, un vero tradimento per l’elettorato. Lo segnaliamo:
http://www.partitodemocratico.it/doc/248683/litalia-giusta-dove-il-futuro-si-prepara-a-scuola.htm
Secondo il “nuovo” PD, la “nuova” Puglisi e quanto previsto dal DdL BuonaScuola, riteniamo che i precari della scuola non possano stare tranquilli. Proprio no. Perché?
– Il numero 100.701 riteniamo sia tutt’altro che garantito (nonostante la virtuosa unità), dal momento che gran parte di quelle cattedre saranno derivate dall’ “organico dell’autonomia”, il cui numero è stato reso noto: 48.812. Ma se le scuole potranno, proprio grazie alla maggiore autonomia concessa, scegliere liberamente tra le attività da potenziare (entro fine maggio), e quindi in modo del tutto “particolare”, ci chiediamo come sia stato possibile calcolo tanto accurato. E quanto questa arbitrarietà possa garantire la stabilizzazione dei posti a ruolo.
– Perché non intervenire sui quadri orari, alunni per classe (modificando D.P.R. n. 81/2009), potenziando in modo “centrale” e quantificabile le famose discipline virtuose così tanto nobilitate dal DdL, come la storia dell’arte, la musica, le lingue etc.? Lasciando invece la scelta di queste discipline all’arbitrio degli istituti, che, lo sappiamo tutti, hanno ben altre priorità, come i calcinacci che scendono dal soffitto?
– Non è che questa “autonomia” forse serve a precarizzare sempre di più anche i “ruoli” dei lavoratori della scuola? Come la proposta dei piani triennali, dalla cui progettazione dipende il fabbisogno dei “posti funzionali” non a caso rinnovabili ogni tre anni? E dopo questi tre anni? Certo siamo “assunti” e reclutabili per chiamata diretta dai dirigenti, sempre secondo necessità e grazia, simpatia, quell’orientamento “particolare”.
In ruolo, certo, anche per fare supplenze, non necessariamente sulle nostre rispettive discipline, e negli stessi istituti, con buona pace della qualità della didattica. Questo dentro un’aleatorietà che, dopo anni e anni di precariato, ci priva anche della gioia della tanta agognata assunzione.
Perchè diciamocelo, saremmo, a differenze di quelli che ci precedono, assunti di serie B, e in aggiunta, assunti LICENZIABILI, ancora più flessibili e precari dell’amaro precariato che ci portiamo sulle spalle. Ma che i vecchi docenti di ruolo non dormano sogni tranquilli, perché già si prevede che l'”albo”, soglia liminale trai diritti e la loro negazione, aspetta anche loro.
Senatrice Puglisi, ma perché tutto questo continua a ricordarmi esattamente criteri, tempi, modi del JOBS ACT. Del pubblico impiego? Eccessivo sospetto?
Ma lei ci dice di stare tranquilli.