La sentenza con cui la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di due disposizioni in materia di sostegno contenute nella legge finanziaria per il 2008 sta creando qualche difficoltà e non pochi imbarazzi.
Secondo Cisl-scuola con la sentenza “si apre in sostanza una fase di necessaria revisione della normativa” nella quale il sindacato conta di “porsi come attento e attivo interlocutore” nella convinzione che “l’accoglienza e la piena integrazione dei soggetti disabili sia un segno distintivo di qualità per la scuola italiana e l’obiettivo di una battaglia di civiltà”.
“La sentenza – sostiene Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – è una vittoria della civiltà sulla insensibile logica del risparmio applicata dal ministro Tremonti”.
“Adesso – conclude Di Meglio – ci aspettiamo che i ministri Tremonti e Gelmini restituiscano a tutti gli alunni disabili l’assistenza educativa a cui hanno diritto”.
Nessun commento per il momento né da parte della Flc-Cgil né da parte dell’opposizione.
Anche nei siti dei movimenti, almeno per ora, i commenti e le prese di posizione scarseggiano , forse anche a causa della giornata festiva (ma la notizia, a dire il vero, risale già a sabato mattina).
I Cobas non hanno difficoltà a dire la loro, esultano e sottolineano che “la Consulta ha dichiarato incostituzionali i brutali tagli bipartisan (Prodi e Tremonti) ai posti di lavoro degli insegnanti di sostegno fondamentali per l’integrazione degli alunni disabili nella scuola”.
Va segnalato infine un articolo pubblicato nella mattinata di domenica sul quotidiano della famiglia del premier “Il giornale” che titola “La Consulta beffa le Camere: precari assunti dalle toghe”
“Una sentenza della Corte costituzionale – spiega l’articolo – riapre le porte della scuola ai precari ed elimina il blocco delle assunzioni a tempo determinato di insegnanti di sostegno, stabilito con la finanziaria 2008 dal governo Prodi”.
“Vuol dire – conclude Il Giornale – che migliaia di nuovi precari potranno entrare nelle scuole, senza concorsi ma per decisione discrezionale dei presidi, con le ripercussioni prevedibili sul bilancio dello Stato”.
In realtà la situazione è molto più complessa e, al momento, è difficile prevedere in che modo l’Amministrazione scolastica deciderà di dare attuazione alla sentenza.
Poiché sulle spese di funzionamento generale non è più possibile intervenire (le scuole, come è noto, non hanno a disposizione neppure i fondi per le attività istituzionali obbligatorie) è possibile che si vada a “pescare” negli stanziamenti della legge 440. Dimezzando i 100 milioni (o poco più) previsti per il 2011 si potrebbero garantire circa 1.500 posti in deroga, sufficienti, forse, a garantire il sostegno nelle situazioni più gravi.
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