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Sentenza di Torino: chi accetterà ancora incarichi per la sicurezza?

La condanna di tre docenti responsabili della sicurezza del liceo Darwin di Rivoli apre un problema rilevante di cui certamente i giudici piemontesi non hanno tenuto conto ma di cui, da domani, dovranno tenere nella dovuta considerazione il ministero e soprattutto i dirigenti scolastici.
La questione è semplice ma di difficile soluzione: quanti insegnanti, d’ora in poi, saranno disponibili ad assumere incarichi di qualche genere nell’ambito della sicurezza per pochi spiccioli di fondo di istituto ma con il rischio di finire in un’aula di tribunale e di essere condannati ad un paio d’anni di reclusione?
Non vorremmo essere catastrofici, ma non è improbabile che, già dai prossimi giorni, in molte scuole italiane docenti e personale amministrativo si dimettano da incarichi in materia di sicurezza.
Non è da escludere, oltretutto, una sorta di “effetto domino”: se in una scuola vi sono 3-4 docenti responsabili, in caso di dimissioni anche di uno solo di loro, le responsabilità verrebbero comunque a ricadere su coloro che restano in carica che vedrebbero così aumentare il proprio impegno.
C’è anche da considerare che la pesante riduzione dei fondi destinati al pagamento degli incarichi aggiuntivi sta rendendo sempre meno “appetibili” ulteriori impegni oltre a quelli contrattualmente dovuti.
Ma, se davvero una buona percentuale di docenti dovesse rinunciare ad incarichi sulla sicurezza, l’effetto paradossale della sentenza di Torino sarà esattamente contrario a quello auspicato da più parti: la sicurezza nelle scuole anziché aumentare diminuirà ulteriormente perché non ci saranno più figure “sensibili” che potranno segnalare ai dirigenti scolastici i problemi su cui intervenire.
Insomma, la sentenza di Torino potrebbe aprire una nuova stagione nelle scuole italiane con dirigenti scolastici sempre più oberati da impegni legati alla sicurezza della scuola e con sempre meno tempo e meno risorse per garantire che la scuola svolga la propria funzione educativa.

Reginaldo Palermo

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