La sentenza della Corte europea in materia di reiterazione dei contratti a tempo determinato apre immediatamente una questione politica e giuridica di non poco conto.
In sintesi si tratta di questo: la Corte europea dà ragione alla tesi sostenuta da tempo dalle organizzazioni sindacali, sia quelle che si erano costituite in giudizio (Flc-Cgil e FGU-Gilda) sia le altre.
Ma, nel concreto, come potranno i precari ottenere l’esecuzione della sentenza? E, soprattutto, quali precari potranno rivendicare l’applicazione della sentenza?
Il problema non è di semplice soluzione e quindi per comprendere appieno le conseguenze della decisione dei giudici bisognerà forse attendere ancora qualche giorno.
Per intanto appare assodato che i precari assunti con contratto annuale fino al 31 agosto per tre anni consecutivi rientrano pienamente nel campo di applicazione della sentenza, così come dovrebbero rientrare coloro che hanno tre interi nell’arco di 5-6 anni.
“Noi – afferma però Rino Di Meglio (FGU-Gilda) – riteniamo che i contratti fino al termine delle lezioni debbano essere equiparati a quelli fino al 31 agosto”.
La differenza non è di poco conto: nel primo caso i precari interessati potrebbero essere 20-30mila, mentre nel secondo caso si potrebbe arrivare tranquillamente a 80-100mila.
La platea potrebbe però ulteriormente ampliarsi se valesse una interpretazione “estensiva”, come per esempio vorrebbe l’Unicobas: “La stabilizzazione – sostiene il segretario nazionale Stefano d’Errico – deve riguardare tutti coloro che hanno comunque maturato 36 mesi di servizio anche con supplenze temporanee come peraltro è già stato riconosciuto da molti giudici del lavoro di tutta Italia. Ma bisogna sottolineare che l’operazione dovrà riguardare anche il personale Ata, in quanto la sentenza riguarda tutti i lavoratori dipendenti e non solo i docenti”.
In tal caso le assunzioni potrebbero arrivare a 250mila ed essere quindi superiori a quelle previste dallo stesso piano “Buona Scuola”
C’è poi un altro problema: in che modo i precari potranno “esigere” l’applicazione del dispositivo della Corte europea?
“Certamente attraverso un ricorso al giudice del lavoro competente – spiega Di Meglio – anche se questo potrebbe determinare comportamenti diversificati a livello territoriale. E allora sarebbe logico che il Governo assumesse una iniziativa legislativa che preveda l’assunzione di tutti coloro che sono in possesso di determinati requisiti”.
Giannini ha già detto che il piano “Buona Scuola” e la legge di stabilità vanno esattamente in questa direzione, ma così non è, perchè nel piano Renzi si parla soltanto di assunzione dalle GAE e dalle graduatorie di concorso. In tal caso che fine farebbero i docenti che hanno maturato 3 anni di servizio ma che non sono inseriti nelle GAE?
Come è facile intuire, la situazione è piuttosto complessa ed è probabile che i tribunali italiani dovranno occuparsi ancora per molto tempo del problema.
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