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Sentenza precari, reazioni a senso unico: i giudici hanno ragione

Sinora solo consensi per la sentenza del Tar del Lazio che ha dato ordine al ministero dell’Istruzione di dare attuazione all’Ordinanza di ottemperanza n. 4581 attraverso cui si stabilisce che i docenti precari ricorsisti debbono essere tolti dalla coda delle graduatorie delle tre province scelte lo scorso aprile ed inseriti nelle stesse ‘a pettine’, sulla base dell’effettivo punteggio. Forse anche per la giornata di semi-vacanza, che non ha favorito una linea difensiva attorno a cui compattarsi, i commenti sono giunti quasi esclusivamente da ambienti sindacali e politici oppositivi alla politica del Governo in carica.
Secondo Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil “ancora una volta la politica contraddittoria e senza riferimenti giuridici certi del ministro Gelmini, viene messa sotto scacco dalla giustizia amministrativa, e, riteniamo, lo sarà ancora nel prossimo futuro”. Più che al Governo, le critiche di Pantaleo hanno come obiettivo principale il ministro Gelmini: “il più alto rappresentante del ministero dell’Istruzione – continua il segretario – non solo dimostra di conoscere poco o per niente le cose di cui parla (vedi ad esempio la questione delle pulizie da parte dei collaboratori scolastici), ma quelle che fa, ed anche quelle che non fa, risultano deleterie per la scuola pubblica statale“. Come “questo ultimo episodio delle graduatorie, la cui responsabilità è unicamente del ministro Gelmini, che anziché assumersi le proprie responsabilità, attraverso un provvedimento legislativo chiaro ed inattaccabile, ha demandato ad artifici amministrativi la soluzione del problema”. Il timore della Flc-Cgil è che ora i ricorsi si trasformino in una competizione tra i precari: da una parte gli storici, dall’altra i più giovani, usciti delle Ssis e difesi dall’Anief, che con l’applicazione della sentenza del Tar potrebbero anche sorpassare i primi: “E’ una situazione paradossale che sposta semplicemente gli effetti drammatici dei tagli da un aspirante all’altro, determinando situazioni anche di forte tensione. La confusione è grande ed è destinata ad aumentare. Non sarebbe ora – si chiede Pantaleo – che chi la sta producendo ne prendesse coscienza e agisse di conseguenza?”.
Il Miur ha tuttavia già optato per una strategia completamente diversa: un emendamento al dl salvaprecari che manterrà inalterati, almeno per il momento, i provvedimenti del Ministero e che consentirà di rendere inefficace il pronunciamento del Tar e di evitare il commissariamento.  
Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, punta l’attenzione su un sistema, quello del precariato scolastico, che ormai non può reggere può sulle graduatorie ad esaurimento così come sono regolate oggi: “Questa ordinanza del Tarspiega il rappresentante della Uil Scuola – conferma che la materia è retta da continui ricorsi. È un sistema su cui pesano anche i master e i corsi universitari per ottenere più punteggi; un fenomeno che grava anche economicamente sui precari”. L’unica soluzione per uscire da questo bailamme sarebbe quindi quella di “bloccare le attuali graduatorie e prevedere incarichi pluriennali. Ne gioverebbe anche – conclude Di Menna – la continuità didattica”.
Più dirette le critiche dell’opposizione politica. Per Maria Pia Garavaglia, senatrice del Pd con responsabilità strategiche sui temi della scuola, “nonostante le rassicurazione del ministro Gelmini, purtroppo la confusione delle norme ha fatto sì che l`anno scolastico iniziasse nel peggiore dei modi. Non era assolutamente possibile escludere i diritti di altri precari. Si tratta di una vera e propria lotta tra poveri e un governo ha il dovere di rendersi conto ed evitare che ciò avvenga. Il mio augurio è che ai precari si dia una prospettiva lungimirante, sia nell`interesse della scuola, sia nell`interesse di un personale che da molti anni è preparato ad insegnare”.
Toni ancora più entusiastici Tonino Russo (Pd), componente della Commissione Cultura alla Camera, secondo cui la sentenza del Tribunale laziale “è una vittoria straordinaria. Adesso il Ministro Gelmini – prosegue Russo – si attenga alle disposizioni della Magistratura e rispetti la sentenza. Già il Ministero è costretto a rimborsare le spese legali ma se entro 30 giorni non dovesse dar seguito alla decisione del Tar si troverà commissariato”. Le intenzioni dichiarate del Miur sono però diverse: introdurrà un emendamento ad hoc nel dl definitivo salva-precari e “nulla dunque cambieràha fatto sapere viale Trastevere rispetto a quanto già deciso dal Ministero”.
Secondo Pierfelice Zazzera, capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Cultura della Camera, però “la sentenza del Tar del Lazio in merito alla questione dell’inserimento dei precari secondo la logica del pettine e non della graduatoria, boccia, di fatto, l’arroganza del ministro Gelmini e delle sue scelte, la politica autoritaria del governo che ha ignorato le organizzazioni di categoria e gli operatori del settore. Siamo arrivati persino all’assurdo che il Direttore generale del ministero abbia fatto circolare una direttiva in cui si invitava a non applicare la sentenza del Tar del Lazio“. L’Idv, promotore assieme all’Unicobas di un ddl sullo stato giuridico dei docenti, alternativo a quello proposta da Valentina Aprea, anche’esso in discussione presso le Commissioni Cultura, si rivolge quindi a tutti i precari. “Invitiamo gli oltre 150mila precari interessati dalla sentenza e tutti coloro che sono stati danneggiati dalla disastrosa e incompetente gestione Gelmini, a intraprendere una azione collettiva di risarcimento. Noi dell’Italia dei Valori di fronte a questo scempio chiediamo le dimissioni del ministro Gelmini, dal momento che appare chiara l’inadeguatezza ad affrontare i problemi della scuola“.
Alessandro Giuliani

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