Cosa farà Renzi una volta incassato il voto favorevole della Camera sul ddl scuola? Il premier promette che il pacchetto della riforma sulla scuola non è un prendere o lasciare, anzi sostiene che al Senato ci potranno essere ancora delle modifiche. C’è da credergli? Ma siamo proprio sicuri che dopo il 20 maggio 2015, data prevista per il passaggio del ddl alla Camera, Renzi non ci ripensi e alla fine dei conti metta la fiducia sulla riforma della scuola in Senato?
Eppure qualche segnale in questa direzione è nell’aria. Infatti senza fiducia al Senato, il ddl scuola potrebbe non passare. Bisogna dire che i numeri a Palazzo Madama sono stretti, anzi strettissimi, e se la minoranza dem, decidesse di non votare il discusso disegno di legge, allora il governo andrebbe sotto. E la scuola pubblica, per la stragrande maggioranza dei cittadini e addetti ai lavori, sarebbe salva.
Eloquenti, rispetto a questo ragionamento, sono le affermazioni del deputato Stefano Fassina, che dichiara: “senza radicali cambiamenti sulla riforma della scuola, il mio percorso in questo partito si può considerare terminato”. Quindi, dopo Pippo Civati, anche Fassina potrebbe dire addio al Pd.
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Intanto i sindacati, dopo il grande successo dello sciopero del 5 maggio, scrivono ai parlamentari, chiamandoli in piazza all’assemblea pubblica contro la riforma. I numeri della Camera non danno pensieri al passaggio di questa riforma, ma al Senato tutto si potrebbe impantanare per il governo. La minoranza dem, al Senato, minaccia di non votare la legge sulla riforma della scuola, e di fiducia sul provvedimento non vuole sentirne parlare.
Cosa accadrà quindi? È possibile che il Pd si spacchi proprio sulla scuola, quando non è accaduto sul Jobs Act e sulla legge elettorale? Sembra strano, verrebbe da non crederci. Una cosa però sembra reale: “senza fiducia al Sentato il ddl scuola potrebbe non passare”. Basta attendere qualche settimana e vedremo con i nostri occhi, quello che accadrà a Palazzo Madama.
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