Mi sono laureata la prima volta nel 2000 in scienze dell’educazione quando era in 4 anni. Poi ho iniziato a lavorare con passione dove ho trovato nel settore privato. Nel 2006, decisa a voler entrare nella scuola perché quella era la mia vera aspirazione, mi sono iscritta nuovamente all’università. Per due anni pieni ho lavorato 7 giorni su 7, non mancando nessun esame, facendo tirocini a scuola e laboratori all’università. Mi ci sono presa quasi un esaurimento nervoso perché lavorare/studiare ininterrottamente per più di due anni non è sano.
Nel 2007 mi sono iscritta nelle graduatorie ad esaurimento della mia classe di concorso, ossia scuola primaria, e nel 2008 ho sciolto la riserva avendo conseguito la laurea. A quel punto avrei potuto finalmente diventare insegnante, ma la mia situazione familiare me lo ha impedito. Determinata ad andare fino in fondo ho continuato, mi sono per la terza volta iscritta all’università, al corso di specializzazione sul sostegno per scuola primaria, ed anche lì esami, laboratori e tirocini, e tutto ciò che ne consegue.
Nel 2012 mi sono specializzata sul sostegno scuola primaria, ma purtroppo ancora non mi potevo concedere di iniziare a lavorare nella scuola. Ho anche frequentato tre corsi online di specializzazione per quasi 2.000€ totali per poter aggiungere punteggio alla mia posizione in graduatoria.
Mi sono comportata in questo modo perché la legge me lo ha permesso: quando mi sono iscritta per la prima volta alle Gae la legge parlava chiaro, era quello il canale per supplenze e per immissioni in ruolo. Eravamo tranquilli noi che ne facevamo parte perché comunque prima o poi avremmo iniziato a lavorare nella scuola, o di ruolo o a tempo determinato.
La legge non ha mai parlato di punteggi sul servizio, di un minimo di lavoro attivo nella scuola per poter accedere al ruolo. Ora perché si sta pensando di modifica la legge che da tanti anni è conosciuta e rispettata? Io è le persone nella mia situazione ci siamo comportati in maniera coerente con quanto la legge sosteneva, ora non possiamo tornare indietro e compiere passi incoerenti con quanto è stato fino ad oggi dal punto di vista normativo.
Comprendo che gli iscritti in graduatoria di istituto con più di 36 mesi di servizio rivendichino i loro diritti, tuttavia mi vengono su questo punto due riflessioni:
1) quando hanno preso l’abilitazione sapevano bene che non avrebbero avuto accesso ai canali per il ruolo.
2) troviamo una soluzione che non sia esclusiva (o noi o loro) ma che sia inclusiva. E ricordiamoci che i bambini, sapete meglio di me, avvertono l’affiatamento tra insegnanti, ed è anche su questo punto che compiamo bene il lavoro di insegnanti, pertanto basta guerriglie interne.
Sono anche consapevole che ci siano alcune classi di concorso di difficile collocazione alla luce degli insegnamenti attuali, anche se una soluzione “intelligente” va trovata anche per queste.
Ma ciò non vale per tutte le classi di concorso in Gae, come appunto la mia in scuola primaria e specializzazione in sostegno, che mi risulta sia cercata “come il pane”.
Perché dovrei essere messa fuori dalla porta quando fino a ieri la legge mi ha concesso di comportarmi in una certa maniera? Se avessi saputo dall’inizio che era necessario un minimo di servizio mi sarei comportata diversamente, anche con grossi sacrifici, ne ho già fatti tanti (3 volte iscritta all’università più 3 corsi di specializzazione), non avrei vanificato tutto.
Per cui chiedo al Governo e a voi che leggete di comportarsi maniera coerente e corretta. Vi ringrazio.
Anche noi iscritti in graduatoria ad esaurimento senza servizio siamo senza lavoro.
francescaceccarelli@yahoo.it
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