Forse però non è un vero e proprio idillio, ma solo un modo diverso per evitare ansie da interrogazioni e spauracchi da brutti voti, visto che i ragazzi sarebbero valutati nel complesso delle loro conoscenze e abilità e non per il rendimento della singola interrogazione o del compito del mese.
Alla scuola media statale Manzoni di Pesaro starebbe passando ciò che il Gruppo di Ricerca della Scuola del Gratuito ha già sperimentato con la prospettiva che anche altre scuole possano ripeterne l’esperienza.
I docenti, scrive il sito, non danno voti visto che tempi e metodi dell’attività didattica sono concordati da alunni e professori e persino nella scelta dei libri di testo i giovani possono avere partecipazione. “Con questo sistema il rendimento aumenta con percentuali elevate perché vengono meno l’ansia, la competizione, il ragazzo è libero di apprendere, e lo fa con passione”: dice Ferdinando Ciani, autore di “La scuola di Pinocchio” e “A scuola senza profitto”, due libri che espongono sapientemente l’idea della “classe senza voto”.
L’esperienza della Manzoni di Pesaro sarebbe per ora l’unica avviata in Italia, ma dietro tale esempio esiste una ricerca che da tempo sta cercando di attuare concretamente le intuizioni di don Oreste Benzi nell’ambito formativo attraverso il modello della “Scuola del Gratuito”. La Comunità Papa Giovanni XXIII è il cantiere di questa nuova idea di scuola, di questo ideale pedagogico il cui manifesto verrà presentato nel convegno “La Scuola del Gratuito – pedagogia della carità per una società più felice”, in programma sabato e domenica all’Hotel San Giuseppe di Valdragone, a San Marino.
In questa scuola fra l’altro gli alunni diversamente abili costituiscono per i propri compagni una risorsa di insegnamento, mentre il fulcro dell’attività didattica si affranca dal sistema di profitto dei voti, vivendo così la scuola con quella serenità ( e soprattutto senza competizione) che ogni insegnamento presuppone.