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Serbia, quando il murales diventa il listino prezzi delle droghe

Fa un certo effetto sapere che una parete di una scuola diventi la “lavagna” dove collocare i prezzi della droga, da quella leggera a quella davvero pesante. Che il fatto sia accaduto in Serbia, lontano da noi, non cambia molto le cose. Si tratta, comunque, di un atto di sfida all’istituzione che in ogni parte del mondo dovrebbe rappresentare il rigore, il senso civico ed il rispetto dell’altro.
Il graffito è comparso su un muro interno del liceo alberghiero di Cacak, cittadina della Serbia meridionale. Sulla destra era disegnata un’insegna con scritto ‘STR Lerdi’, traducibile dal gergo in “Ditta individuale: Spaccio”.
Nella parte sinistra e centrale dell’“opera” c’erano invece i prezzi della merce: mille dinari serbi (poco meno di 10 euro) per una dose di ‘skunk’, qualità di marjuana molto potente. Per la versione più economica ne bastano appena 600. Si passa a tariffe in euro per articoli più raffinati, quali funghi allucinogeni (20 euro) e cocaina (dai 70 ai 100). Si ritorna alla valuta locale, poi, per speed, lsd, eroine e altre droghe sintetiche (tra gli 800 e i 1600 dinari, pari a circa 15 euro).
Le immagini hanno presto fatto il giro del paese che – noto per essere una cruciale area di transito del traffico internazionale di stupefacenti – da qualche anno si è scoperto mercato di consumo in costante crescita, soprattutto tra i giovani. Così, nel dibattito pubblico innescato dal graffito di Cacak, i genitori hanno appreso, scioccati, che quella marchiata sul cortile della ricreazione era “una lista di prezzi valida”.

Dragan Kovacevic, il preside della scuola alberghiera di Cacak chiamato in causa, ha rassicurato però le famiglie degli studenti: ” i vostri figli in questa scuola sono protetti da ogni influenza negativa”.
Affatto stupiti, invece, i loro figli. Che hanno trovato anzi “strano che (sul muro) non abbiano scritto il numero di telefono”, come dichiarato da alcuni studenti al quotidiano Vecernije Novosti.
“E’ chiaro, probabilmente a chiunque, che non si tratta di un vero rivenditore di droga” è la premessa in cui confida, anonimo, un giovane liceale di Cacak, interpellato dal giornale.”In questo modo qualcuno ha voluto attirare l’attenzione pubblica e sottolineare il problema della facile disponibilità di droga, poiché ne conosce i prezzi e la gente che la vende”. Una pista, quella dell’originale e ironica provocazione, ritenuta valida anche dalla polizia, la quale avrebbe “già interrogato alcuni giovani sospettati”. Gli autori del graffito restano, comunque, ufficialmente sconosciuti.

Alessandro Giuliani

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