Da giorni è terminata la 69° edizione del Festival di Sanremo e delle polemiche e degli strascichi, che ritroviamo sui giornali e in TV, non intendo parlare, perché sono solo canzonette, direbbe Bennato, eppure non è proprio così non sono solo canzonette, anche perché questo festival è stato molto visto dai giovani.
Però, come presidente di un’associazione che si occupa di legalità e di memoria, (CELM, Comitato Europeo per la Legalità e la Memoria), non posso abbassare la guardia davanti all’esecuzione di un cantante molto giovane, che si fa chiamare Achille Lauro, e che si è classificato al settimo posto della classifica finale.
Indipendentemente dal fatto che la sua canzone, Rolls Royce, abbia dei diretti richiami ad una delle pillole dell’estasi, famigerata droga che ha rovinato la vita di milioni di persone e di giovani,
quello che a me colpisce è la sfilza di nomi, di cui lui fa memoria e che usa come modelli di vita, tanto che ad un certo punto del testo scrive (e canta), “Voglio una vita così, Voglio una fine così”.
I nomi citati nel brano sono, i Doors, Kevin, Amy, Marilyn Monroe, Billie Joe, Hendrix, Elvis, Axl Rose, Rolling Stones, Paul Gascoigne, Van Gogh, sono nomi che appartengono a personaggi che hanno vissuto le loro vite nell’uso smodato di alcolici e droghe, e molti di loro, per questo motivo, sono morti in età giovane.
Sono persone che hanno vissuto il successo attraversando la strada larga del disprezzo della vita.
Io, al contrario, ho vissuto in un luogo in cui la droga è stato l’affare d’oro della mafia, a livello internazionale, e da questo luogo io ho conosciuto uomini che l’hanno combattuta e a causa sua hanno perso la loro vita.
Io da anni faccio memoria di uomini diversi, Gaetano (Costa), Rocco (Chinnici), Vito (Ievolella) Salvatore (Castelbuono) Placido (Rizzotto), Lenin (Mancuso), Mario (Francese), Pio (La Torre), Pino
(Puglisi), Emanuele (Basile), Carlo Alberto (Dalla Chiesa), Boris (Giuliano), Beppe (Fava), Pasquale (Nuccio), Paolo (Borsellino), Giovanni (Falcone), ecc.
E bene, il pericolo che i nostri giovani corrono, soprattutto quelli che scaricano dal web ed ascoltano questo discutibile brano, è quello di avere modelli nefandi di vita e vedere un giovane, anche lui discutibile, che potrebbe diventare idolo o leader di questa e di altre generazioni a venire.
Allora faccio un appello alle famiglie, ai docenti e ai presidi: fate fare, nelle scuole, un bagno di memoria, di legalità, giustizia e verità, le vere strade da percorre per una vita sana e dignitosa.
Io che ho conosciuto alcuni di loro, ho paura che quelle memorie non siano solo dimenticate, ma nemmeno conosciute, eppure sono memorie di persone che hanno lavorato onestamente e vissuto dignitosamente, battendosi per il bene comune ed il futuro dei giovani e della nostra Italia.
Non facciamo memoria una sola volta l’anno, ma tutte le volte che può aiutare i giovani ad avere modelli “veri” e “sani”.
Bando alle polemiche, possono servire a Lauro, largo alla memoria.
Pippo Di Vita – Comitato legalità e memoria
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