Riscoprire il valore vero, autentico e reale della didattica, di quella didattica, cioè, che trasmette saperi, conoscenze da tradursi in abilità e non lasciamoci naufragare in quella miniera di progetti. I nostri alunni non sanno più coniugare i verbi, non sanno leggere, non sanno scrivere una frase semplice, non conoscono le regole elementari le la scuola di oggi che fa: continua a fare un mare di progetti che non accrescono affatto le abilità linguistiche e comunicative ma stanno solo affossando la scuola facendole perdere sempre più i suoi connotati di luogo di crescita e di conoscenze.
La vera scuola non esiste più, neanche le macerie ci sono più. Sono diventate piccole aziende dove i docenti hanno perduto la loro funzione educativa e formativa essendo diventati degli operai soffocati da mille scartoffie e stritolati da un sistema che ha smarrito la sua bussola, costretti a assolvere ai dettami dirigenziali ed essere proni ai diktat dei genitori che invadono sempre più il campo della didattica senza limitarsi al loro specifico ruolo di fare solo i genitori. Cerchiamo di riportare la scuola nel suo alveo, torniamo ad insegnare la grammatica italiana, la matematica, le lingue straniere, mettendo in cantiere molti progetti che non fanno altro che creare disordine e confusione negli alunni.
Cerchiamo di preparare una generazione di alunni preparati che si approprino delle competenze importanti per la vita lavorativa e che sappiano risolvere i problemi reali che, di volta in volta, si presentano. Rendiamo la scuola più formativa, fatta di conoscenze vere e non vaporose: insomma una scuola concreta, essenziale e non eccessivamente ludica. Il gioco didattico è necessario, ma non se ne faccia un abuso.
Mario Bocola
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