Un ragazzo che riesca a regalare impegno ed emozione ad un proprio coetaneo è probabilmente la via più diretta e sana che il protagonismo giovanile, attraverso l’approccio richiamato dal Service Learning, possa intraprendere. Se questi ragazzi provengono da una esperienza di partenariato Erasmus Plus dal titolo “New Technologies New Worlds” con Italia, Grecia, Portogallo, Romania e Spagna, l’impresa raddoppia la sfida, essendo la lingua inglese il veicolo attraverso cui porgere i contenuti. La tematica scelta dai giovani studenti del liceo Rummo di Benevento è la Roboetica, con la presentazione di un PPT dal titolo “Artificial Intelligence”: aspetti etici e sociali come conseguenze delle tecnologie robotiche e prodotti dall’avvento della cosiddetta “società liquida”.
Hanno “scomodato” il grande scrittore Azimov, scienziati del calibro di Gianmarco Veruggio e Alan Turing con il suo “gioco dell’imitazione”; il filosofo Chris Stokes che ha messo in discussione le tre leggi della robotica. Eliza e Clara, i due robot più noti al mondo per le capacità di interloquire con l’essere umano, hanno innescato il dibattito tra pari che è definitivamente decollato coinvolgendo con successo tutti i partecipanti quando è stato portato alla ribalta il tema dell’automobile senza conducente e della eventuale scelta etica su chi sia da salvare in caso di pericolo.
L’intervento è stato rilanciato poi da UniSannio, facoltà di Ingegneria, dai docenti Gaetano Continillo, ordinario di ingegneria chimica e Francesco Vasca, docente di automatica, i quali hanno sentito la responsabilità educativa e sociale di entrare nella comunità del Service Learning avviata dagli studenti e di accogliere i giovani provenienti dai cinque Paesi con un approccio educativo problematizzante, caro al SL, per indagare con la loro competenza ed expertise nel campo specifico, le conseguenze sul piano etico derivanti dal massiccio impiego della robotica nelle nostre realtà quotidiane, lavorative e ludiche (EIS, LUMSA).
Il Service Learning ha trovato, dunque, un varco anche nell’esperienza dell’Erasmus Plus, contribuendo a costruire una comunità locale educante sostenibile, capace di proporre un modello di relazioni e responsabilità in cui ciascuno dalla propria prospettiva, ma nella collaborazione con altri, innestando le competenze relazionali con la dimensione cognitiva ed operativa di più soggetti operanti sul territorio, contribuisce alla crescita e allo sviluppo collettivo, uno sviluppo che stavolta ha assunto dimensioni europee.
Sonia Caputo