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Servono docenti più formati (sul digitale) e pagati meglio. La ricetta di Cottarelli

Come abbiamo riportato, il rapporto Ocse-Pisa, che si occupa di fotografare l’educazione nel mondo, “boccia” i docenti italiani, in serio ritardo sul fronte digitale: difficoltà per quanto riguarda le lezioni da impartire e sulla loro capacità di passare dalla lezione in presenza a quella in remoto.

Fotografia che in realtà non sembra essere sorprendente: uno dei problemi principali mostrati dalla didattica a distanza è proprio la difficoltà di molti insegnanti di “gestire” il digitale per quanto riguarda l’apprendimento, come spesso abbiamo riportato.

Anche l’economista Carlo CottarelliDirettore Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani Università Cattolica, nonchè ex Fmi e commissario alla spending review in Italia, commenta il dato allarmante diffuso dal rapporto OCSE-PISA: “Secondo i dati Ocse-Pisa, l’Italia è al 72° posto (su 79) per le competenze tecnico-digitali degli insegnanti. Forse, più che aumentare il numero degli insegnanti, avremmo bisogno di insegnanti più aggiornati (con adeguati corsi) e meglio retribuiti“.

Bisogna anche ricordare l’indice digitale europeo Desi per il 2018, che per il quarto anno consecutivo, nonostante dei leggeri passi avanti, vede il nostro Paese collocarsi quasi all’ultimo posto in Europa nell’ambito delle competenze e dell’utilizzo del digitale: l’Italia si conferma infatti, solo al 25esimo posto su 28 membri della UE.

L’unica consolazione deriva dalla copertura della Fibra ottica in fase di forte recupero passando dal 23esimo posto al 13esimo.

E’ chiaro che l’esperienza della didattica a distanza dovrebbe seriamente far riflettere per accelerare la formazione dei docenti sul digitale, allo scopo di arrivare all’acquisizione di competenze che nel mondo contemporaneo sono essenziali per ogni lavoro, anche per quello dell’insegnante.

 

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Fabrizio De Angelis

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