Docente associato della cattedra di Diritto del Lavoro all’Università di Torino è stato condannato a 11 mesi per tentata concussione e detenzione di materiale pedopornografico.
L’uomo era stato denunciato da una studentessa a cui aveva
promesso una laurea a piena di voti in cambio di favori sessuali e foto hard. La contestazione di possesso di materiale
pedopornografico fa riferimento a quattro file, in download
da eMule.
“Ho chiesto di vedere foto hot – ha detto il docente – che la ragazza aveva detto da avere sui siti d’incontri”.
Il giudice Stefano Vitelli ha stabilito anche l’interdizione
perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da qualsiasi ufficio o servizio in strutture frequentate
abitualmente da minori, più interdizione di un anno dai pubblici uffici.
Era l’estate 2016 quando una laureanda di 22 anni trovò il coraggio di denunciare, sia in Procura che in Facoltà, il professore.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il docente si era convinto di aver identificato la studentessa tra gli utenti di una chat di incontri che frequentava. Così, quando lei lo cercò come relatore della tesi, lui la ricattò di rendere noti particolari della sua vita privata.
E, al tempo stesso, le promise il massimo dei voti in cambio di incontri sessuali. Un equivoco, secondo i suoi legali, per i quali si trattò di “un’infatuazione peraltro in un periodo della sua vita segnato da disagio psicologico e dall’utilizzo di sostanze stupefacenti”.
Arrestato nel novembre 2016, e posto ai domiciliari nella sua abitazione di Bologna, un mese dopo venne fermato a Torino dai carabinieri, per strada, probabilmente mentre tentava di comprare alcune dosi di cocaina. Una perizia psichiatrica, effettuata da uno specialista di Genova incaricato dal giudice, ha poi stabilito che al momento dei fatti contestati il docente era seminfermo di mente.
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