La Stampa riporta i dati, elaborati dalla Società italiana di andrologia medica e medicina della sessualità (Siams), e presentati negli scorsi giorni dall’Istituto progetto uomo in occasione del Festival dei saperi educativi. E i dati dimostrano che passare ore ed ore davanti ad immagini porno può causare patologie come la dipendenza dal sesso, la pornodipendenza e la eiaculazione precoce.
Dalla ricerca emerge che il numero degli habitué di siti porno è di quasi 8 milioni, di cui il 10% è costituito da minorenni. “Oggi questo disturbo è stato inserito tra le nuove dipendenze in quanto ha considerevolmente aumentato la sua, ancorché sottovalutata e drammatica, incidenza sociale, mentre la pornodipendenza appare come una particolare estensione autoerotica dello stesso aspetto compulsivo”. Così dicono gli esperti.
Federico Tonioni, direttore del Centro per le psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma, spiega che “L’80% dei nostri pazienti sono stati proprio i ragazzi dai 12 ai 25 anni, fruitori di chat, social network e giochi di ruolo. Nei giovani la relazione web mediata può portare a una dissociazione del rapporto mente-corpo. In pratica nel cybersex manca la fase della formazione: il sesso via web mette al riparo da emozioni, sensazioni ma anche dai problemi di quello reale. Ci si spoglia e si fa texting mandando immagini hard per avere ricariche, ma poi dal vivo si è in imbarazzo perché non si tratta di esperienze reali. Ecco che il pericolo è quello di un blocco, una timidezza estrema con gli altri in carne ed ossa, che porta poi a una nuova fuga liberatoria sul web”.
Tonioni è convinto che sia in corso un’evoluzione del modo di pensare e comunicare, “evidente specialmente fra i nostri adolescenti che, di fatto, sono stati i primi nativi digitali, ovvero quei bambini che non hanno conosciuto un prima del computer e che sono entrati da subito in relazione con il mondo globale, dove le variabili spazio-tempo sono vissute in modo sostanzialmente diverso rispetto al passato”. Lo stesso vale per le relazioni e il sesso. “I nostri giovani pazienti passano connessi ad internet tutto il tempo disponibile, hanno nella maggior parte dei casi compromesso il proprio iter scolastico o universitario, presentano stati dissociativi prima rispetto al corpo fisicamente inteso e poi a carico della propria identità, e manifestano un incremento dell’ideazione paranoidea, una difficoltà specifica nel vivere le emozioni e quindi la comunicazione non verbale, fino ad un progressivo ritiro sociale. Ragazzi che non hanno la consapevolezza di avere un problema, tanto che “spesso vengono scortati dai genitori presso il nostro ambulatorio dove poi, nella maggior parte dei casi, tornano spontaneamente”.