Che il mese di settembre si stia avvicinando a grandi passi lo si capisce non solo guardando il calendario, ma anche visitando i siti Internet dei sindacati-scuola.
Da alcuni giorni sono tutti molto attivi e si stanno via riempiendo di documenti e comunicati.
Qualche giorno fa era scoppiata la polemica sul caro-libri, nella giornata di ieri è stata la volta del tema delle pensioni; e sempre ieri i confederali sono ripartiti all’attacco sul problema delle immissioni in ruolo: stabilità degli organici e nomine in ruolo vengono definiti "obiettivi irrinunciabili" in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil.
"Sono decine di migliaia i posti vacanti nella scuola – denunciano i sindacati – ma da due anni non si fanno nomine in ruolo, neanche quelle che erano già state disposte!"
"Su questo punto – concludono i confederali – aspettiamo risposte certe ed immediate. Ogni altra decisione dilatoria costituirebbe un alibi per giustificare la precarizzazione del lavoro nella scuola e in assenza di risposte precise avvieremo la mobilitazione della categoria".
Poche ore dopo il comunicato confederale anche lo Snals fa conoscere la propria posizione e annuncia senza mezzi termini che – a questo punto – lo stesso avvio dell’anno scolastico potrebbe essere messo in discussione.
D’altronde già il 31 luglio scorso lo Snals aveva proclamato lo stato di agitazione del personale della scuola e, non essendo andata a buon fine il tentativo di conciliazione obbligatorio, fin dai primi giorni di agosto aveva preannunciato azioni di lotta a tutela dei precari.
Precari che, intanto, si stanno comunque organizzando in modo autonomo: un migliaio di precari "storici", provenienti da tutta Italia, si sono infatti dati appuntamento questa mattina a Roma, per reclamare – come si legge nel volantino che hanno distribuito a partecipanti e passanti – "l’equiparazione di tutte le abilitazioni, norme di transizione che ristabiliscano da subito l’equilibrio sconvolto e immediate immissioni in ruolo da graduatorie riformulate".
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