Categorie: Ordinamento

Settembre, andiamo… Si apre la scuola con sindrome da rientro

Un pediatra, spiega ad Andskronos, il motivo per il quale non è d’accordo con chi minimizza la difficoltà di riadattarsi ai ritmi della vita normale dopo la pausa vacanziera, almeno per quanto riguarda i bambini.
“A causare questi disturbi è proprio il cambio di ritmo della vita quotidiana. I bambini sono ‘animali’ abitudinari: i più piccoli, quelli che vanno alla scuola materna e alle elementari, ne risentono soprattutto a tavola e a letto. Per i più grandi, che magari hanno dovuto dire addio al primo amore estivo, oltre all’inappetenza, spesso arrivano malumore, nervosismo, stanchezza e mal di testa, mentre il mal di pancia è un fastidio che in genere colpisce i più piccini”, dice il pediatra.
“La buona notizia è che, in genere, questi sintomi durano non più di cinque giorni”. Dunque il consiglio ai genitori è quello di armarsi di pazienza e ricorrere a qualche trucco, per favorire l’appetito e il sonno. A tavola, suggerisce il pediatra “i bambini e gli adolescenti vanno presi per la gola: meglio optare per i loro cibi preferiti, pizza, parmigiano, anguria e gelato, senza forzarli troppo a finire tutto”.
Per favorire il sonno è bene non ripristinare di colpo l’orario ‘classico’, dilatatosi durante la vacanza, ma arrivarci gradualmente. “E’ utile proporre una bella passeggiata dopo cena, un’abitudine estiva cui di solito si rinuncia in città, che invece è cruciale per favorire la digestione e il riposo notturno”
Altro antidoto a insonnia e malumore “è lo sport: in particolare la piscina. E’ utile concedere pomeriggi o mattinate in acqua, per far fare ai ragazzini attività fisica e riempire le loro giornate in attesa della ripresa della scuola. Oltretutto ci si scarica e la notte – assicura – si dormirà meglio”. Ultimo alleato dei giovanissimi italiani alle prese con lo stress da rientro sono gli amici: “Passare del tempo con i compagni di classe o ritrovare gli amichetti dopo la pausa delle ferie aiuterà i bambini e i ragazzi a riadattarsi prima alla vita in città”.

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