Carissimi lettori,
col covid in Italia ormai da un anno e mezzo e già in carniere un avvio d’anno scolastico a dir poco improvvisato, se ne avvicina un altro in assenza di interventi seri sulla scuola e che punta esclusivamente sui vaccini, non obbligatori e non si sa ancora quanto veramente efficaci.
In primis nulla è stato fatto per eliminare la vergogna delle classi pollaio, quindi, care colleghe e colleghi, ci ritroveremo ancora una volta con 25/28/30 alunni in aule inadeguate se non per il rispetto del ridicolo metro tra le famose rime buccali!
I Ministri si alternano ma le cose non cambiano: tutti ad affermare l’importanza della scuola ma poi nemmeno l’emergenza covid riesce a schiodarla da problemi ormai atavici.
Quanti anni ancora dovremo attendere per vedere strutture adeguate, classi con max 18 alunni, aule accoglienti con ricambi d’aria che non siano solo dati dall’apertura delle finestre e, perché no, docenti pagati il giusto?
In questi anni si è riaffermato solo il concetto di scuola come babysitteraggio per aiutare i genitori al lavoro, ma la scuola non è e non dovrà più essere questo.
Ora si apre uno spiraglio per settembre 2021 grazie ai fondi del recovery plan.
Caro Ministro faccia qualcosa di importante e si faccia valere col presidente Draghi perché i docenti non ne possono davvero più!
Nel frattempo prepariamoci ad un altro anno di passione, fatto di aule piene, classi in quarantena, mascherine fisse, distanziamenti impossibili e finestre aperte in inverno.
A meno che i Sindacati non facciano sentire finalmente e in modo deciso la voce di tutti i lavoratori della scuola. Ma, ovviamente, ci credo poco.
E come cantava il buon Peppino Gagliardi, settembre tornerà ma senza sole…
Dino Bocchetti
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