“Emergenza caro energia. Ritardare l’inizio dell’anno scolastico o ridurre l’orario delle lezioni non sono soluzioni. Parliamo invece di tetto massimo al prezzo del gas. Non possono pagare sempre i giovani“. Questo il Tweet della ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, attualmente in corsa, in Sicilia, alle elezioni 2022, nel Gruppo Insieme per il futuro, al fianco del Partito Democratico.
La ex pentastellata contesta la proposta della provincia di Verona di operare in favore del risparmio energetico anche in ambito scolastico, attraverso la settimana corta anche alle scuole superiori, che consentirebbe di mantenere a basso regime i termostati degli istituti durante i mesi invernali, permettendo alle scuole di spegnere i riscaldamenti dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina; o, in alternativa – sempre secondo le ipotesi che circolano in queste ore – attraverso il ricorso, di sabato, alla didattica a distanza; o ancora attraverso la riduzione delle lezioni da 60 a 50 minuti. Tutte teorizzazioni, peraltro, che vanno in contrasto con le richieste di molti partiti di aumentare il tempo scuola, specie al Sud, dove storicamente il tempo pieno stenta ad avviarsi nella maggioranza degli istituti scolastici.
Sul tema è intervenuto anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) che, in linea con le dichiarazioni di Lucia Azzolina, ha dichiarato: “Si possono riadattare gli orari ma non va intaccato il diritto allo studio”.
E del resto, l’ipotesi che si possa ricorrere alla DaD come strumento di compensazione del caro bollette ci sembra essere in controtendenza rispetto alle ultime decisioni del ministero dell’Istruzione, che ha detto no alla DaD anche per gli eventuali alunni positivi al Covid, esplicitando la questione in un recente vademecum illustrativo degli aspetti tecnici concernenti le indicazioni finalizzate a mitigare gli effetti delle infezioni da Sars-CoV-2 in ambito scolastico, per l’a.s. 2022 -2023.