Categorie: Attualità

Settimana corta, genitori in rivolta: al liceo non si può

La settimana corta è compatibile con i corsi di studi più impegnativi, come il liceo Classico? Per un nutrito numero di genitori di Prato, assolutamente no.

Questi sono i fatti. A fronte della decisione del liceo-ginnasio Cicognini di via Baldanzi, i rappresentanti di classe delle IV e V ginnasio hanno inviato al preside e al presidente del consiglio d’istituto un lettera, “a nome della gran maggioranza dei genitori”, nella quale esprimono tutto il loro dissenso per la decisione presa, senza il loro assenso, da organi collegiali e dirigente scolastico, e che verrà attuato con l’avvio del prossimo anno scolastico.

La delibera riguarderà, inizialmente, le prime tre classi (IV e V ginnasio, e I liceo). Nella missiva, inviata anche al dirigente responsabile della provincia, si espone l’assoluta “contrarietà alla decisione di concentrare l’orario delle lezioni in cinque giorni, anziché sei, a partire dal prossimo anno scolastico”.

 

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Il senso di rabbia delle famiglie è tale che, almeno fino a che non incontreranno il dirigente scolastico e componenti del consiglio di istituto, la maggioranza dei genitori ha detto che non versarà la quota di contributo volontario. In alcuni casi si arriverà a sospendere l’iscrizione per il prossimo anno.

Secondo le famiglie in rivolta, la specificità degli studi classici necessita di “estrema concentrazione in classe e approfondimento costante a casa. Come si può pensare di appesantire ulteriormente l’orario mattutino? Le conseguenze sarebbero inevitabili: la sesta ora sarebbe sempre penalizzata e lo studio domestico per preparare le materie del giorno dopo diventerebbe un incubo”. 

Detto questo, i genitori si rendono conto che “la scuola viene prima di tutto”, ma “proprio per questo vorremmo che lo studio fosse più sereno e proficuo”. 

 

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Alessandro Giuliani

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