È stato predisposto anche un sondaggio per capire fino a che punto i genitori sono s’accordo sulla settimana corta: “Rispondi al sondaggio: il tuo voto conta. La scuola dovrà tenerne conto”. Così l’offensiva dei genitori di una scuola secondaria di primo grado, convinti che la settimana corta provochi danni alla qualità della didattica e alla capacità di apprendimento dei ragazzi.
La protesta in questa scuola sarebbe nata dalla decisione dell’istituto di cambiare, a partire dall’anno prossimo, l’organizzazione dell’orario scolastico eliminando le lezioni il sabato a causa della carenza del personale ausiliario, protesta che va avanti da diversi mesi e tante sono state le iniziative di sensibilizzazione messe in campo dal comitato dei genitori che fin da subito si è opposto a questo provvedimento rimproverando alla dirigente di averli esclusi dal processo decisionale e di aver cambiato le carte in tavola a chi aveva scelto la scuola sulla base di un’offerta formativa diversa.
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Così, dopo aver tentato (senza finora riuscirci), di persuadere la dirigente e il consiglio d’istituto a tornare sui loro passi e aver anche inviato una lettera al ministro dell’istruzione, Stefania Giannini per chiedere l’assegnazione di un collaboratore scolastico aggiuntivo, il comitato è tornato a farsi sentire e questa volta interpellando i genitori attraverso un sondaggio in modo da ottenere una fotografia esatta di quanti sono i favorevoli alla settimana corta e quanti invece i contrari.
“Non esiste alcuna motivazione didattica a favore della settimana corta senza recupero pomeridiano – scrive qualche genitore – nessuno, professore, preside o esperto del ministero ne ha mai fornita una”.