Non sempre la decisione delle scuole di organizzare le lezioni in 5 giorni settimanali è legittima.
Lo ha stabilito il TAR Puglia con una sentenza che accoglie il ricorso della famiglia di un alunno con disturbi di apprendimento.
Ne dà notizia il Nuovo Quotidiano di Puglia che riporta anche uno stralcio della sentenza: «Non vi è dubbio che vi siano ragioni molteplici che militino a favore del modulo della settimana corta, ma per alunni con disturbi specifici di apprendimento, l’intensificazione delle ore giornaliere di didattica potrebbe comportare un surmenage conseguente a un eccesso di applicazione, che va quantomeno valutato in prospettiva, nel duplice profilo psicologico e didattico, e preso in considerazione all’atto di decidere che anche il piano didattico personalizzato dell’alunno debba adeguarsi all’organizzazione generale della scuola».
La questione riguarda il caso di un alunno di secondaria di primo grado i cui genitori avevano impugnato la decisione della scuola di cambiare l’orario scolastico riducendo i giorni di lezione a cinque settimanali, con il sabato libero.
Secondo quanto riporta la testata giornalistica la famiglia aveva iscritto il ragazzo scegliendo l’indirizzo digitale e musicale sulla base di una offerta formativa con frequentazione settimanale a sei giorni.
A ottobre 2021, però, pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico, la scuola proponeva un nuovo orario delle attività didattiche con adozione della settimana corta e conseguente aumento delle ore di lezione giornaliere, perché concentrate in meno giorni dal lunedì al venerdì, sino a raggiungere le 7 ore consecutive.
In un primo tempo per l’alunno era stato predisposto un piano didattico personalizzato che non prevedeva la settimana corta, ma nel mese di gennaio la dirigente scolastica ha comunicato che la settimana corta sarebbe entrata in vigore per tutti.
A quel la famiglia ha fatto ricorso che, come abbiamo detto, è stato accolto dal TAR.
E’ bene ricordare però che il Ministero potrebbe rivolgersi al Consiglio di Stato ottenendo un ribaltamento della sentenza.
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