Sembra trovare apprezzamento, almeno da parte degli studenti, l’idea rilanciata dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, di introdurre in modo generalizzato la settimana corta a scuola. Anche a seguito dell’appello avviato da questa testata giornalistica, negli ultimi giorni sono stati infatti avviati quei riscontri necessari per carpire umori e opinioni della “base” che opera nel settore scolastico. Uno di questi, anche se non di carattere scientifico, è stato realizzato dal portale www.studenti.it: in base alle risultanze di un solo giorno di verifica tramite un sondaggio ad hoc, promosso via internet, risulta che in media appena uno studente su dieci si ritiene contrario all’idea di rimanere tutti i sabati a casa. Il 74 per cento ha detto direttamente “Sì, così avremo il weekend libero”; il 7 per cento ha dato il suo assenso alla proposta Profumo, solo però se “le ore settimanali diminuiranno”. Mentre appena il 9 per cento ha dichiarato che “è meglio suddividere le ore su 6 giorni”. Certo, si tratta dell’opinione di meno di cento studenti, ma l’indicazione sembra già sufficientemente chiara.
Significativa è anche la presentazione dei redattori di studenti.it al sondaggio on line: “Cinque giorni di scuola ed un intero weekend libero, per permettere ai ragazzi di avere più tempo libero per divertirsi e coltivare le proprie passioni al di fuori della scuola. In questo modo anche le famiglie sarebbero più libere di organizzare gite più lunghe nei due giorni liberi. E ne trarrebbe beneficio anche l’economia nazionale”.
Da parte degli studenti, il problema principale, per attuare questa proposta, è quello delle ore settimanali da svolgere a scuola: tutto però ha un prezzo e se si riduce la “coperta” settimanale il prezzo da pagare non può essere quello di aumentare le ore di lezione giornaliere. “La settimana corta – si legge nel prologo al sondaggio – non porterebbe ad una ulteriore riduzione delle ore scolastiche, ma ci sarebbe solo una divisione delle ore del sabato negli altri giorni della settimana. Quindi agli studenti sarebbe richiesto, per poter avere il sabato libero, un maggiore impegno durante la settimana. La settimana corta risulta quindi difficile da attuare per tutte le scuole che hanno un monte orario settimanale alto (tra le 36 e le 37 ore). Mentre per gli istituti con circa 30 ore settimanali la proposta sarebbe più facile da attuare”. Il dibattito rimane aperto. Soprattutto rimane da capire il pensiero dei docenti: comprimere la didattica non può creare contraccolpi sull’apprendimento?