Dal 4 al 10 ottobre 2021 si svolgerà la Settimana nazionale della Dislessia, con oltre 200 eventi online promossi da 80 sezioni provinciali. L’iniziativa si svolge, a cura dall’Associazione Italiana Dislessia – AID, in concomitanza con la European Dyslexia Awareness Week, promossa dalla EDA, Euroepan Dyslexia Association. Gli eventi gratuiti di formazione e sensibilizzazione sui disturbi specifici dell’apprendimento, si svolgeranno intutta Italia, in collaborazione con istituti scolastici, amministrazioni locali, enti del terzo settore, in modalità online.
Le iniziative della settimana nazionale della dislessia 2021 si concentreranno nel ribadire il diritto delle persone con DSA a realizzarsi pienamente, sotto il profilo individuale, sociale e professionale. In continuità con quanto organizzato negli anni scorsi, l’obiettivo della settimana nazionale della dislessia 2021 è sensibilizzare l’opinione pubblica sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento, con una riflessione ampia, dalla scuola, all’università alla sfera degli adulti e del lavoro.
Attraverso una mappa interattiva degli eventi, che è possibile visionare al seguente link Settimana Nazionale della Dislessia 2021 – DSA: un mondo in una mappa | AID Associazione Italiana Dislessia (aiditalia.org) è possibile scoprire tutti gli appuntamenti organizzati dalle sezioni AID, che invitano tutti coloro che parteciperanno alle iniziative a condividere foto e testimonianze degli eventi sui socials, utilizzando l’hashtag ufficiale #snd021.
Abbiamo posto alcune domande ad Enrica Bianchi, formatrice e membro del direttivo della sezione AID di Torino.
Quali sono dopo la DAD i principali problemi che come AID rilevate nella scuola?
L’elemento di criticità che è emerso con più forza è la disomogeneità nei diversi territori e tra scuola e scuola sia in termini di scelte e dotazioni tecnologiche sia per quanto riguarda le competenze digitali e l’educazione all’uso dei media, per l’insegnamento e l’apprendimento. Spesso, all’interno della stessa realtà scolastica, non vi è un coordinamento degli insegnamenti per proporre proposte didattiche più significative interrelate tra loro, che valorizzino forme di conoscenza maggiormente significative perché multi o interdisciplinari e connesse alle conoscenze pregresse degli alunni.
Le opportunità di saper dare risposte efficaci e adeguate alle sfide che la DAD ha proposto ha fatto emergere le difficoltà della scuola a mettere in atto metodologie didattiche inclusive.
Un altro punto fondamentale che le famiglie lamentano spessissimo, e da sempre, è il mancato rispetto del PDP e in questo frangente, in molti casi, le decisioni prese durante la DDI non sono state inserite nel documento.
Quali sono le aree di maggiore intervento da parte vostra non solo nella scuola?
L’Associazione Italiana Dislessia, in collaborazione con le istituzioni e con i servizi che si occupano dello sviluppo e dell’educazione dei bambini, ha lo scopo di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità verso questo disturbo. La sua forza è proprio che i soci sono genitori, studenti e adulti con DSA, medici, psicologi, logopedisti e insegnanti … e quindi le iniziative proposto sono a 360° e molte sono organizzate e svolte nelle nostre sezioni territoriali.
Per quanto riguarda le formazioni per il mondo della scuola abbiamo gestito molteplici piattaforme e sicuramente la più famosa è Dislessia Amica.
Altre attività di AID sono i progetti che riguardano l’Università e c’è un continuo contatto con i delegati dei rettori e un confronto con il ministero per redigere un decreto attuativo della legge 170 anche per l’Università.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro sono molti i progetti di sensibilizzazione e formazione delle aziende per creare degli ambienti davvero inclusivi e colloqui di lavoro che non tengano conto delle difficoltà del disturbo.
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