È in corso la quinta edizione della Settimana europea della salute mentale, che si concluderà domenica 19 maggio. Il motto di quest’anno è “Meglio insieme: co-creare il futuro della salute mentale”.
La Settimana ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini di tutti i Paesi europei alla cura della salute mentale, un bene prezioso che proprio in questo momento necessita di attenzione e impegno su vari fronti. I dati forniti dall’Unicef sono agghiaccianti: secondo la pubblicazione “Child and adolescent mental health – The State of Children in the European Union 2024”, circa 11,2 milioni di bambini e giovani europei entro i 19 anni soffrono di un problema di salute mentale. Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani fra i 15 e i 19 anni dei Paesi UE. In Italia, tra i giovanissimi in questa stessa fascia d’età che hanno perso la vita intenzionalmente tra il 2011 e il 2020 il 43% erano ragazzi e circa il 36% ragazze.
Quasi la metà di tutti i problemi di salute mentale si manifesta entro i 18 anni, ma a fronte di queste evidenze che avrebbero bisogno di risposte chiare da parte dei decisori politici, l’Unicef lamenta una certa inerzia delle istituzioni di tutti i Paesi europei: molti casi rimangono non individuati e non trattati, i dati sull’accesso ai servizi per la salute mentale da parte dei bambini sono limitati, i bisogni di assistenza per la salute mentale di quasi la metà dei giovani adulti tra i 18 e i 29 anni non sono soddisfatti.
Come riportato in questi giorni dall’Ansa, le presidenti della Società Italiana di Psichiatria, Liliana Dell’Osso ed Emi Bondi hanno affermato che in Italia sono oltre 700mila i giovani e giovanissimi che soffrono di malattie mentali. Questi disagi psichici – continuano le psichiatre – hanno un forte impatto di natura sociale, ambientale e relazionale. Paradossalmente, pur essendo immersi in un mondo a prima vista iperconnesso e ricco di “relazioni”, di fronte a queste situazioni spesso vince la solitudine, per paura del giudizio e dello stigma che colpisce chi soffre di malattie mentali. Questo – concludono le esperte – è quello che va cambiato, perché i ragazzi non temano di esprimere un possibile disagio, non abbiano paura di chiedere aiuto.
Ieri Il Sole 24 Ore ha dato notizia che, in occasione della Settimana della salute mentale, la Commissione europea sul benessere nelle Scuole ha pubblicato nuovi orientamenti per il benessere e la salute mentale di giovani e insegnanti a scuola. Si tratta di due documenti, uno indirizzato ai responsabili delle politiche nel settore dell’istruzione e un altro ai dirigenti scolastici e agli educatori.
La Commissaria per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, la bulgara Iliana Ivanova, ha dichiarato che le relazioni sul declino dello stato di benessere e della salute mentale di studenti e insegnanti sono fonte di preoccupazione. Gli orientamenti propongono che il benessere a scuola venga affrontato in modo globale e integrato, con particolare attenzione alla prevenzione.
E per fare questo occorrono risorse aggiuntive che consentano ai ragazzi ma anche ai docenti di mantenere il proprio benessere, attraverso la creazione di reti che coinvolgano gli enti locali interessati, in particolare i settori dell’assistenza sanitaria e sociale, ma anche le organizzazioni giovanili e le famiglie.
In ogni caso, questo evento è un’opportunità per tutti di impegnarsi in discussioni su vari aspetti della salute mentale, condividere storie personali e sottolineare l’importanza e la necessità di azioni per combattere la discriminazione e l’esclusione.
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