Si è appena conclusa l’edizione del 2021 della Settimana Veg e in quell’occasione è stata diffusa una recente indagine a cura di Eurispes, che descrive un’Italia fatta di circa 10 persone su 100 che hanno deciso di adottare una dieta vegetariana (6,7%) o vegana (2,2%). Secondo il 32esimo rapporto Eurispes, vegetariani e vegani sono in aumento rispetto agli scorsi due anni quando la percentuale era rispettivamente del 7,1% e del 7,3%. Tra le motivazioni alla base della scelta soprattutto la salute, il benessere (23,2%) e l’amore e il rispetto nei confronti del mondo animale (22,2%). Altro dato interessante è la crescita dell’interesse per le diete green da parte degli adolescenti.
La scelta vegana entra a piccoli passi anche nelle scuole. È di questi giorni l’approvazione delle linee guida per le mense scolastiche del capoluogo piemontese, la città più vegan-friendly d’Europa, che prevedono: più alimenti a Km zero, un pasto mensile vegetariano e uno vegano, un menù preparato da uno chef. Un giorno al mese nelle mense scolastiche torinesi saranno serviti solo piatti 100% vegetali, a partire dal prossimo anno scolastico, insieme a una generale revisione di quello che verrà cucinato e servito ai piccoli studenti delle materne. Sulle tavole delle mense arriveranno menu, con ricette ispirate – due volte al mese – alle tradizioni regionali, e poi più varietà di contorni e di cereali e appunto – una volta al mese -piatti privi di proteine animali. Con un unica eccezione – si fa sapere – sarà sempre presente l’opzione parmigiano per i primi piatti.
I nuovi menu sono stati studiati sulla base di due indagini relative al gradimento dei pasti da parte degli studenti e dagli incontri con le commissioni mense, e sono stati elaborati insieme all’Associazione Cuochi di Torino. Si tratta di un modo di costruire percorsi educativi legati al cibo, anche inteso come identità, conoscenza e cultura, un percorso che in futuro potrebbe portare all’introduzione accanto ai menù delle regioni, di quelli del mondo.
In realtà non è la prima volta che un’Amministrazione comunale tenta di introdurre più opzioni vegetali nelle mense scolastiche. Ma i tentativi sono ogni quasi sempre falliti. A Milano nel 2013 si tentò (per un solo giorno, il 1 ottobre) la sperimentazione di un menu vegano – firmato dallo chef Pietro Leeman – per i bambini di materne, elementari e medie ma alla fine quasi nessuno lo apprezzò. Mentre a Firenze c’era stata una vera e propria insurrezione dei genitori contro l’introduzione di un menu più tradizionale nelle mense scolastiche cittadine che prevedeva anche molte più verdure.
In Portogallo il cibo vegano è proposto nelle prigioni e negli ospedali, oltre che nelle scuole; mentre negli Stati Uniti vi sono alcune Università, che amano ed accolgono la scelta di un menù vegano. In Germania sembra avere successo la proposta di un giorno veg alla settimana nella mensa delle scuole; la Francia loda e tende a imitare chi, come la Svezia, non serve zuccheri raffinati, gelati, pasticcini o bevande zuccherate sui vassoi dei più piccini.
In Giappone, la mensa è spesso affiancata dall’orto della scuola stessa, e il cibo è servito dai bambini stessi. In Svezia la scuola Hagaskolan, vicino alla capitale, è la prima istituzione scolastica dei Paesi nordici a offrire ai propri studenti un menu completamente vegano. I giovani studenti, 9 – 15 anni, ogni anno approfondiscono in classe un tema specifico legato alla salvaguardia dell’ecosistema e portano avanti iniziative dedicate alla tutela dell’ambiente.
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