Femminicidio, violenza ripetuta, abusi dentro e fuori le mura domestiche. Sono migliaia le donne che ogni anno subiscono in silenzio ogni genere di vessazione fino alla morte da parte di uomini violenti. E’ possibile e doveroso fermare la mano omicida di uomini senza scrupoli che uccidono le mogli, madri, le ragazze e le bambine.
“Abbiamo fatto dei passi avanti nella lotta alla violenze sulle donne, ma non ci possiamo fermare”, ha proseguito Severino. Le donne che subiscono violenza “devono rimanere sempre in contatto con i centri antiviolenza e rivolgersi alle forze di polizia”. Tra le misure di contrasto al fenomeno, si pensa anche a banche dati per mettere in relazione le forze dell’ordine? “Ci stiamo già lavorando -ha assicurato il ministro della Giustizia- ne parlo molto spesso con il ministro Cancellieri. In questo governo abbiamo una gran fortuna: siamo tre donne ministro – io, Cancellieri e Fornero- e tutte e tre siamo competenti sul tema della violenza delle donne, determinate a combattere il fenomeno. C’è grande attenzione, e stiamo creando specifiche competenze in materia”.
La lotta è sul fronte giudiziario ma anche con una seria prevenzione. “Alla procura di Roma, ad esempio -ha ricordato la titolare del dicastero di via Arenula- c’è uno straordinario magistrato, Maria Monteleone, che ha costituito un pool antiviolenza nel quale non solo si giudica la violenza ma si cerca di prevenirla, e si insegna alle donne come costruire la prova della violenza subita.
Le donne devono aiutarsi a reagire alla violenza, creare la prova di quello che accade, ad esempio registando. Portare a prova di ciò che accade al magistrato è fondamentale” per intervenire. L’obiettivo è abbattere “l’isolamento e poi il senso di vergogna: una donna tanto più è colta, tanto più si vergogna di essere stata vittima di violenze. Questo impegno della stampa a portare in luce che la violenza può accadere alla porta accanto, spero tolga questo senso di vergogna. La donna -ha concluso- deve capire che’ una vittima, deve avere il coraggio di dirlo”. “Abbiamo fatto dei passi avanti nella lotta alla violenze sulle donne, ma non ci possiamo fermare”, ha proseguito Severino. Le donne che subiscono violenza “devono rimanere sempre in contatto con i centri antiviolenza e rivolgersi alle forze di polizia”.
Tra le misure di contrasto al fenomeno, si pensa anche a banche dati per mettere in relazione le forze dell’ordine? “Ci stiamo già lavorando -ha assicurato il ministro della Giustizia- ne parlo molto spesso con il ministro Cancellieri. In questo governo abbiamo una gran fortuna: siamo tre donne ministro – io, Cancellieri e Fornero- e tutte e tre siamo competenti sul tema della violenza delle donne, determinate a combattere il fenomeno. C’è grande attenzione, e stiamo creando specifiche competenze in materia”.
La lotta è sul fronte giudiziario ma anche con una seria prevenzione. “Alla procura di Roma, ad esempio -ha ricordato la titolare del dicastero di via Arenula- c’è uno straordinario magistrato, Maria Monteleone, che ha costituito un pool antiviolenza nel quale non solo si giudica la violenza ma si cerca di prevenirla, e si insegna alle donne come costruire la prova della violenza subita. Le donne devono aiutarsi a reagire alla violenza, creare la prova di quello che accade, ad esempio registando. Portare a prova di ciò che accade al magistrato è fondamentale” per intervenire. L’obiettivo e’ abbattere “l’isolamento e poi il senso di vergogna: una donna tanto piu’ e’ colta, tanto piu’ si vergogna di essere stata vittima di violenze. Questo impegno della stampa a portare in luce che la violenza puoò accadere alla porta accanto, spero tolga questo senso di vergogna. La donna -ha concluso- deve capire che’ una vittima, deve avere il coraggio di dirlo”. (Tg1)
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