E’ stato reso noto dal Ministero dell’Istruzione il testo dell’intesa sulle sezioni primavera sottoscritta la settimana scorsa in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni.
L’accordo consentirà in tempi brevi di dare avvio alle attività didattiche nelle 1.300 sezioni che già ora sono in funzione in tutta Italia.
Il 45% delle risorse finanziarie disponibili sarà destinato alle regioni del sud, mentre alle regioni del nord arriverà una quota pari al 37% (il restante 18% finirà nelle regioni del centro).
Il Governo stanzierà una somma di circa 25 milioni di euro, ma anche le Regioni ci metteranno del loro.
Il servizio, come è noto, è rivolto ai bambini di età compresa fra i 24 e i 36 mesi, che non possono ancora frequentare la scuola dell’infanzia, alla quale si accede invece a tre anni.
Le sezioni potranno essere aggregate ad asili nido o a scuole dell’infanzia, sia statali che paritarie.
In realtà da quando sono nate, le sezioni primavera gestite all’interno di scuole dell’infanzia statali hanno stentato a decollare (attualmente sono pochissime decine in tutta Italia); la stragrande maggioranza delle sezioni sono invece aggregate a scuole paritarie o comunali.
Molto diversi le posizioni espresse sull’accordo.
Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno e responsabile Scuola e formazione dell’Anci, così commenta: “E’ un risultato importante, grazie al quale le numerose famiglie con figli tra i 2 e i 3 anni potranno affrontare con tranquillità l’avvio dell’anno scolastico. L’Anci auspica anche che il numero delle sezioni primavera continui a crescere: in questo modo non solo si decongestionano le liste d’attesa per gli asili nido, ma si crea anche maggiore efficienza, perché le sezioni primavera hanno costi medi minori rispetto a quelli dei nido”.
“L’approvazione dell’Intesa – evidenzia invece la Flc Cgil – giunge ad anno scolastico inoltrato. Il ritardo ha provocato, ancora una volta, disagi e preoccupazioni per le famiglie che non avevano la certezza dell’attivazione, o della prosecuzione, del servizio per i loro figli”.
Ma questo sarà l’ultimo anno in cui l’accordo arriva in ritardo: l’intesa, infatti, avrà durata triennale e questo consentirà di aver certezza sulla prosecuzione del servizio almeno fino al 2012/2013.
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