Nate con la legge finanziaria del 2007 le “sezioni primavera” erano state istituite per affrontare la necessità di dare una risposta alle richieste di inserimento nella scuola dell’infanzia di bambini con meno di tre anni.
In questi anni l’esperienza è continuata nonostante la progressiva riduzione delle risorse ad essa destinata.
In questi giorni il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato i dati del monitoraggio relativo all’anno scolastico 2010/2011.
Complessivamente sono stati raccolti dati su 1.450 sezioni sul totale delle 1600 funzionanti in tutta Italia.
Un primo dato interessante riguarda la natura giuridica delle sezioni: il 59% sono paritarie, il 13% comunali e il 20% statali.
Intanto va osservato che le sezioni statali sono in aumento rispetto agli anni precedenti e sono concentrate soprattutto al Centro-Sud e nelle Isole.
Nel Nord-Ovest rappresentano invece quota residuale.
La ripartizione complessiva di tutte le 1.459 sezioni monitorate evidenzia la diffusione dell’esperienza nelle regioni del Sud dove peraltro sono molto ridotti i servizi per la primissima infanzia (asili nido):
Area geografica
|
Sezioni
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Nord Ovest
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417
|
Nord Est
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184
|
Centro
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236
|
Sud
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476
|
Isole
|
146
|
Totale
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1.459
|
Ma la realizzazione dell’esperienza segue criteri molto variegati.
Per lo più le sezioni funzionano presso scuole dell’infanzia, ma in molti casi sono aggregate ad asili nido
Aree
|
scuola infanzia
|
asilo nido
|
altra strutt. educativa
|
totale
|
Nord Ovest
|
338
|
58
|
21
|
417
|
Nord Est
|
133
|
43
|
8
|
184
|
Centro
|
167
|
49
|
20
|
236
|
Sud
|
414
|
31
|
31
|
476
|
Isole
|
119
|
21
|
6
|
146
|
Totale
|
1.171
|
202
|
86
|
1.459
|
Il rapporto (più di 50 pagine ricche di grafici e tabelle) contiene anche moltissimi atri dati quali per esempio il numero dei bambini accolti (più di 25mila), la media dei bambini per sezione (poco meno di 16, ma più alta al Sud e più bassa al Nord), e l’età dei bambini.
In proposito il Ministero sottolinea che le sezioni primavera accolgono anche bambini con meno di due anni svolgendo quindi un servizio improprio (la legge parla di bambini di età compresa fra i due e i tre anni) ma indispensabile soprattutto in quei territori dove i servizi per la primissima infanzia sono pressoché inesistenti.