Una gara universitaria fra chi ha il migliore lato B o il décolleté più generoso. Da qualche settimana le studentesse milanesi si stanno sfidando sui social suon di scatti sexy e foto hot sulla scia del tormentone #Escile.
E cosa si esce? Le procacità più belle e attraenti cosicchè è possibile confrontare carrellate di scollature, reggiseni e mutandine, regolarmente lanciate sui profili Facebook ‘spotted’ delle principali università meneghine.
A iniziare questa sorta di gara a chi ce l’ha più “pruriginoso” sono stati quelli del Politecnico di Milano, poi quelli della Statale, della Bocconi e della Cattolica.
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Un successo incredibile, battono tutte le agenzie di stampa, che un seno e l’altro sta conquistando la rete, dove c’è già chi ha promosso l’iniziativa a pieni voti, ritendendola “DA APPLAUSI!” e chi pensa che la trovata non sia altro che “Un’automercificazione del corpo”.
E tra i cuoricini e i nomi delle università scritte con il pennarello sopra petti e posteriori femminili, per par condicio fanno capolino anche pettorali e torsi glabri dei maschietti compagni di corso.
“È un po’ come in un mercato concorrenziale – scrive il gestore della pagina ‘Spotted Bocconi Milano’, lasciandosi andare a riflessioni di macroeconomia – inizialmente tette sotto una maglietta; poi, per conquistare una maggiore fetta di mercato, un competitor toglie la maglietta, ma lascia il reggiseno; dopodiché la pressione competitiva sprigiona tutta la sua forza e anche il reggiseno va via, ma rimane un po’ di panna. Oggi è un momento in cui dovremmo unirci per ripensare la microeconomia”. E a chi storce il naso accusandoli di esibizionismo gratuito e di cattivo gusto, la risposta è sempre la stessa: “Fatevi una risata”.
Ora però si attendono le studentesse della altre università italiane per questa gara alla procacità e alla morbidezza, non dei costumi, ma delle forme: goliardia? Forse
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