“Cara redazione della Tecnica della scuola, ti scrivo per “uno sfogo”, diciamo una accalorata riflessione.
Recentemente sono state pubblicate le graduatorie del concorso straordinario bis. Questa parola “BIS” farebbe supporre che sia bis ovvero la copia di qualcosa di precedente, in realtà la parola bis è una presa in giro, infatti confrontando le tabelle dei titoli del concorso straordinario 2020 e bis 2022 queste non coincidono affatto. Il concorso è stato politico, ovvero un sistema per “aggiustare” gli ex ricercatori universitari o vincitori di assegni di ricerca che, concluse le collaborazioni universitarie, sono approdati al mondo della scuola. La valutazione degli assegni di ricerca è gonfiata se confrontata al servizio, 12,5P contro 1,25P (nel precedente era 5P contro 1P).
Quindi questo concorso bis può essere definito un concorso cucito da un universitario per gli universitari che scalano le graduatorie di merito e che con 77 punti di prova, superano chi ha conseguito 97 o 100 alla prova ma non ha una esperienza accademica. Questo è l’esito del concorso straordinario bis, che di bis ha solo la beffa, un concorso che gioca con le vite, le scelte, i sacrifici e l’impegno dei precari storici. Storici, sarebbe bene ricordare che questo non indica 2,3 o 5 anni ma in alcuni casi 10 o 15.In tutto questo caos estivo la risposta dei sindacati è che il bando era chiaro e che da questo concorso non ci si può aspettare nulla. Insomma hai preso un bel voto, bravo o brava ora ripassi da via, perchè di questo risultato non ci sarà traccia alcuna nel tuo curriculum, né una abilitazione né una graduatoria di merito NULLA.
L’orologio ticchetta, gli anni passano e quel piccolo riconoscimento che i colleghi e gli studenti ti danno e che in cuor tuo sai di meritare, non arriva sulla carta. Allora mi chiedo che senso abbia impegnarsi, essere disponibili, lavorare sull’empatia, formarsi continuamente, ricoprire ruoli di responsabilità che spesso i docenti di ruolo non vogliono o possono rivestire (coordinatore, tutor PCTO, orientamento, Team digitale, referente di laboratorio,…) cercare di non perdere neanche uno studente, tutto per essere un buon docente, o comunque provarci, se poi… devi tirare i dadi come all’inizio della partita? Perdonate lo sfogo che potrei intitolare “sfogo di una precaria qualunque”.
Giulia Sabatini
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