La pubblicazione dei bandi di concorso avvenuta il 28 aprile ha acceso una miccia incandescente che già era stata alimentata nelle settimane precedenti in merito all’aggiornamento delle graduatorie di istituto. Proprio i temi legati al precariato e di chi aspira ad iniziare la carriera di insegnante, sono quelli su cui poggiano le maggiori polemiche e gli scontri politici che, trascinati in un palcoscenico più ampio, potrebbero far traballare la tenuta del Governo.
Se sull’aggiornamento delle graduatorie di istituto è in atto lo scontro frontale e ben chiaro fra M5S e Lega, per quanto riguarda i concorsi, come abbiamo già riportato, si è creato un fronte spaccato anche all’interno della stessa maggioranza, con PD e Leu contrari a procedure concorsuali “tradizionali” in questo periodo di covid e invece favorevoli ad una selezione per titoli di insegnanti precari con esperienza. Con un incremento del numero di immissioni in ruolo rispetto a quello previsto. Una posizione, quindi contraria, agli alleati di Governo del M5S, di cui fa parte la Ministra Azzolina.
A La Tecnica della Scuola, Camilla Sgambato, responsabile scuola del partito democratico, ci spiega cosa sta accadendo e cosa potrebbe cambiare nei prossimi giorni.
Sono stati pubblicati i bandi dei concorsi. Perché il suo partito, il PD, non ritiene saggio bandire concorsi in questo momento?
Crediamo che a causa della gravissima crisi sanitaria, economica, sociale ed educativa che attraversa il Paese, forse sarebbe opportuno rivedere le procedure concorsuali stabilite in precedenza, ossia prevedere un percorso per titoli e servizio, che porti subito e senza rischi i docenti in cattedra a settembre. Sia chiaro, e spero che emerga bene, noi non pensiamo assolutamente ad una sanatoria, ma ad una procedura che possa interessare docenti che insegnano da anni, che stanno affrontando con professionalità anche la didattica a distanza e che, dopo un anno di prova serio, con tutor senior in affiancamento, sarebbero sottoposti ad una prova finale selettiva e rigorosa. Si sta lavorando, in sede di conversione parlamentare, ad una modifica che consenta di tenerne comunque conto.
Al Senato PD e LEU pare stiano presentando emendamenti per modificare il Dl 22, compresa la questione dei concorsi. Cosa si andrà a modificare?
Al tempo stesso abbiamo presentato un emendamento, a prima firma Marcucci, in cui chiediamo comunque alla ministra di aumentare i posti del concorso da 24mila a 40mila.
Altri emendamendanti sono previsti per la stabilizzazione degli insegnanti di sostegno e per la riapertura delle graduatorie.
A proposito di decreto scuola. Prima l’aggiornamento delle graduatorie di istituto non doveva avvenire, adesso si sta facendo di tutto per farlo. Perché è importante aggiornarle adesso?
A questo proposito, il rinvio al prossimo anno dell’aggiornamento delle graduatorie, pur dettato dalle comprensibili preoccupazioni della Ministra, determinerebbe conseguenze gravi sia per quei docenti che, insegnando con supplenze temporanee, hanno incrementato il loro punteggio, sia per coloro che hanno acquisito nuovi titoli culturali, sia per quelli che hanno conseguito i 24 CFU integrativi. Un aggiornamento online, non comporterà rischi e creerà inoltre una banca dati che potrà esserci utile anche in futuro.
Lo scontro principale sulle graduatorie è dovuto al fatto se renderle provinciali sin da subito oppure lasciarle di istituto e procedere all’aggiornamento e ai nuovi inserimenti con le vecchie regole. Qual è la sua posizione in merito?
Le graduatorie provinciali darebbero più opportunità ai docenti, perché così non rischiano di restare fuori nel caso sbaglino a scegliere la scuola. Ma ripeto, per il partito Democratico la priorità è riaprire le graduatorie, con procedura digitale.
(Segue)
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