Nella legge di Bilancio è prevista una norma attraverso la quale le aziende possono ottenere una decontribuzione se assumono giovani dopo aver svolto un periodo di alternanza scuola-lavoro o di tirocinio curriculare (in caso di studenti universitari). Se l’impresa assume a tempo indeterminato, entro sei mesi dall’acquisizione del titolo, ragazzi che sono stati formati “on the job”, spetta uno sgravio per 36 mesi. L’ipotesi è di estendere questo incentivo anche alle imprese che stabilizzano lo studente in precedenza assunto come apprendista. Complessivamente, per il pacchetto scuola-università vengono stanziati oltre 800 milioni di euro.
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Ma c’è pure un’altra novità annunciata dalla ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini: gli Its, «che offrono sbocchi reali nel mondo del lavoro, avranno più investimenti». L’idea allo studio è il raddoppio dei fondi, da 13 a 26 milioni annui; e un ulteriore pacchetto di semplificazioni di governance e regole contabili, con l’obiettivo, tra l’altro, di rafforzare il ruolo di aziende e scuole capofila nella realizzazione di un’offerta didattica di qualità a vantaggio degli studenti.
Si tratta dunque di sconti ‘selettivi’ che cercano di affrontare i punti che restano più critici nel mondo del lavoro: giovani, ‘adulti’ rimasti senza occupazione ma non ancora in età pensionabile, e Mezzogiorno.
Per il Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise e Sardegna) ci sarà invece decontribuzione piena per l’assunzione di under 24 e per i giovani tra i 24 e i 29 anni senza lavoro da almeno 6 mesi, ma anche uno sgravio aggiuntivo al 50% già previsto dalla legge Fornero per chi assume gli over 50 (quindi sulla parte rimanente, con tetto però a 4.030 euro).
Con la manovra non arriveranno solo misure di sostegno alle assunzioni ma anche un rafforzamento degli incentivi alla produttività, con la cedolare secca al 10% che si applicherà fino a 4 mila euro di premio e 80 mila euro di reddito. Per questo intervento saranno appostati 1,3 miliardi tra 2017 e 2020.